“Il nostro Dio è comunione, non solitudine. Conosce solo la parola noi e declina la vita 'in uscita', attorno al volto dell'altro. Ogni uomo che viene al mondo deve essere valorizzato e rispettato, perchè frutto dell'entusiasmo di Dio. Anche la Trinità, vista spesso come qualcosa di astratto e indecifrabile, è invece comunione concreta, rintracciabile proprio dove si vive per l'altro”.
Ha scelto queste parole forti l'Arcivescovo Lauro per commentare il Vangelo di Giovanni (3,16-18) domenica 11 giugno in occasione dell'affollata Messa nella Conca della Comparsa, insieme a oltre 1.200 tra ammalati, anziani e disabili, giunti al santuario della Madonna di Pinè. Organizzato dall'Opera Diocesana Ammalati e Pellegrinaggi con Ospitalità Tridentina il tradizionale incontro d'inizio giugno è stato favorito da una limpida giornata di sole.
Il vescovo ha fatto capire come oggi al centro della nostra vita non ci siano più Dio e gli altri, bensì i “dogmi” della tecnica e del mercato. La Trinità ci insegna appunto la comunione e l'attenzione reciproca, unico antidoto al nostro male di vivere. Don Lauro l'ha dimostrata con i gesti quando, fuori dai momenti liturgici accompagnati dal coro di Brusago, non ha perso occasione per salutare a tu per tu chiunque incontrasse, dedicando a ciascuno un'attenzione tanto speciale da farlo sentire irripetibile.
Una testimonianza forte quest'anno era trasmessa anche dalla presenza di tanti giovani volontari, provenienti dalle parrocchie della Valsugana, che sotto l'attenta guida di don Paolo Vigolani prestavano volentieri servizio durante l'intera giornata. Fino dalla mattina ad esempio spingevano i pellegrini in carrozzina, compreso il cronista, durante la lunga, silenziosa processione da Montagnaga di Piné al Santuario della Comparsa, dandosi il cambio quando la salita si faceva più ripida. Il loro impegno prendeva forma in numerosi altri servizi come l'accompagnamento del vescovo durante l'adorazione eucaristica del Santissimo Sacramento o la distribuzione del pranzo.
Ha lasciato il segno anche la profonda catechesi tenuta prima della Messa dal delegato diocesano per la Pastorale della Salute don Piero Rattin, incentrata quest'anno sul valore grande per la Chiesa del Messaggio di Fatima, nel centenario della prima apparizione della Madonna ai tre piccoli pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta. Perchè Dio e la Vergine scelgono proprio tre umili pastorelli per parlare al mondo? Don Piero rispondeva spiegando perchè spesso proprio le persone più umili siano quelle più disposte ad ascoltarlo.
Durante la giornata non è mancato lo spazio per le confessioni, per la recita del Santo Rosario e per altri momenti di riflessione personale.
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