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Vienna fa un passo indietro sul tema del controllo dei migranti al Brennero.
Restano parcheggiati, almeno per ora, in una caserma a Kranebitten, località aeroportuale nei pressi di Innsbruck, i quattro mezzi corazzati che il Ministero della difesa austriaco ha dislocato in vista di eventuali interventi di controllo dei migranti al valico del Brennero. A fare chiarezza, mercoledì 5 luglio in un colloquio telefonico con il premier Paolo Gentiloni, è stato il cancelliere Christian Kern: “Non eseguiremo alcun controllo ai confini del Brennero, non ricorreremo all’esercito”. Fonti di Palazzo Chigi prendono atto della correzione di rotta da parte del governo austriaco.“E’ una buona notizia – ha commentato il governatore trentino, Ugo Rossi – che contribuisce a rasserenare gli animi, sia dell’opinione pubblica che della politica, in un momento in cui c’è bisogno di proseguire con calma e lucidità sulla strada della collaborazione tra territori e stati europei, per affrontare un fenomeno che ha assunto proporzioni notevoli e richiede impegno e nervi saldi per essere affrontata”.
La minaccia del dispiegamento di uomini e mezzi austriaci lungo il confine tra i due paesi era stato lanciato martedì 4 luglio dal ministro alla difesa di Vienna: pronti ad essere schierati oltre ai quattro blindati anche 750 militari in meno di tre giorni se l’Italia non avesse “rallentato il flusso di migranti” . Un notizia che in poche ore si è era diffusa in Italia, creando preoccupazioni, allarmismi e prese di posizione.
“Speculare sulla pelle dei profughi in vista della campagna elettorale è indegno ed è dimostrazione di un degrado della politica inaccettabile – il commento di Vincenzo Passerini, presidente per il Trentino-Alto Adige del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza. – Non si può giustificare, ma nemmeno prendere alla leggera tale indecenza umana e politica solo perché fra poco ci saranno le elezioni anticipate in Austria. Il muro del Brennero c’è già e uccide. Solo una politica europea di accoglienza, dignitosa e condivisa, può affrontare questa immensa tragedia umanitaria ed evitare i troppi morti che essa ogni giorno provoca”.