La fragilità che diventa energia

Un documentario del regista Marco Zuin racconta le vite parallele dell'atleta Martina Caironi e del nostro collaboratore Piergiorgio Cattani. Che afferma: “Vorremmo mostrare che un altro modo di vedere il mondo è possibile”

Dopo la “prima” della settimana scorsa al cinema “Astra” di Trento inizierà a girare nelle scuole come nei festival dedicati al documentario. Almeno questa è l’intenzione dei produttori, la Fondazione Fontana (che si occupa di cooperazione internazionale, educazione, informazione, microcredito e microfinanza) e la FilmWork, società di produzione trentina. “Niente sta scritto” è un documentario di 52 minuti diretto da Marco Zuin, veneto, regista e produttore indipendente, laureato al Dams di Bologna e autore di altri doc di carattere sociale. Come questo. “Niente sta scritto” ha infatti per protagonisti Piergiorgio Cattani, studioso, saggista e giornalista trentino, tra l’altro collaboratore di “Vita trentina”, che da sempre convive con una grave malattia degenerativa e Martina Caironi, bergamasca, atleta paralimpica fin da quando, a seguito di un incidente stradale, le venne amputata la gamba sinistra. Tanto brava nello sport da diventare pluricampionessa olimpica nella corsa veloce e vice nel salto in lungo. “Il doc è per me un film delicato – sottolinea il regista – Non nel senso di fragile, che deve essere maneggiato con cautela. Delicato perché prova con leggerezza ad evocare ciò che viene sempre percepito come pesante, quasi insostenibile: una vita segnata dalla difficoltà fisica. Parla di persone andando oltre l’impatto che si ha di fronte ad un corpo ‘imperfetto’”.

Il documentario racconta, in parallelo, le vite di Piergiorgio Cattani e Martina Caironi, tra Trento, dove vive e lavora il giornalista e il Kenya, lo stato africano nel quale la Fondazione Fontana ha in corso alcuni progetti e verso il quale la velocista è volata. “Non ci sono attori in questo doc – recita la sinossi – ma due persone normali e, allo stesso tempo, particolari. Che devono fare i conti con numerose difficoltà, testimoniando però come ‘Niente sta scritto’”. “In questo lavoro – aggiunge Cattani – si sono evitati i soliti schemi sui disabili”.

“Non si parla di disabilità ma di abilità”, commenta Martina Caironi. “Si può guardare alla vulnerabilità propria e altrui con rispetto e naturalezza – riflette Pierino Martinelli, direttore della Fondazione Fontana –. La relazione con le persone che non si fermano davanti alla propria disabilità (fisica, mentale o caratterizzata dall’incapacità di aprirsi all’altro) può trasformarsi in energia positiva per rinnovare l’intera comunità. E’ da questo contesto che è nato il progetto ‘Niente sta scritto’”.

Durante la presentazione del doc (il 30 novembre scorso in Provincia, che insieme a Itas, Fondazione Caritro e ad alcune aziende ha sostenuto il progetto), Massimo Bernardoni, del comitato paralimpico regionale, ha detto che “il documentario mette in luce due esempi di ripartenza, il mettersi in gioco. Nel lavoro diretto da Zuin il pietismo è lontano”. “Questo documentario – conclude Cattani – non ha la presunzione di insegnare ma nasce con la sincerità di mostrare che un altro modo di vedere il mondo è possibile. Perché ognuno è in grado di raggiungere dei risultati per sé stesso e per gli altri”.

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