E lo chiamarono A+

Con la presenza dell'Arcivescovo Lauro Tisi e del massimo dirigente del sistema scolastico trentino, Livia Ferrario, è stato presentato martedì 19 dicembre la “neonata” offerta didattica messa a punto in questi mesi dall'Istituto Arcivescovile e dall'Istituto Pavoniano per le Arti Grafiche. L'hanno “battezzato” A +, com'è ormai noto, utilizzando fin dall'acronimo dei due istituti e dall'essenziale logo grafico quelle tecniche comunicative che saranno sempre più ricercare nelle aule scolastiche.Anche sul palco dell'aula magna dell'Arcivescovile campeggiava la nuova denominazione di questo percorso innovativo per la scuola trentina, che è stato ben approfondito in una cornice di luci, suoni e immagini particolarmente promettente.

La novità “di particolare interesse per la scuola trentina”, come ha detto la dott.ssa Ferrario, è stata sintetizzata dal preside pavoniano Erik Gadotti che ha ricordato come fin dal 2007 l'Istituto per le Arti Grafiche, d'intesa anche con l'Università, avesse avviato un percorso di rinnovamento ora approfondito insieme ai colleghi dell'Arcivescovile e integrato in un'offerta comune per le Superiori. “La scuola oggi, lo prevede anche l’OMS, deve mettere al centro della propria azione pedagogica non tanto le competenze specifiche disciplinari – ha spiegato Gadotti – ma quelle che vengono comunemente identificate con il termine “ life skills”, quelle che portano a comportamenti positivi e di adattamento”. Competenze emotive, ma anche relazionali e cognitive, che gli studenti hanno richiamato in un efficace allestimento multimediale. D'intesa con il rettore dell'Arcivescovile Bruno Daves e il preside Paolo Fedrigotti è stato messo sulla carta e soprattutto sperimentato nelle aule “un ecosistema educativo” che possa giovarsi della contaminazione fra i vari luoghi e i vari momenti didattici. Sono state anche ribadite quali sono le idee portanti di quest'innovazione basata su una comune visione antropologica: il valore della trascendenza, della differenza, della libertà, della responsabilità e del gruppo. Nel nuovo ecosistema in costante dialogo fra via Endrici e piazza Fiera si punterà a precisare le specificità di ogni percorso puntando perà ad una metodologia comune che fa riferimento alle teorie dell’apprendimento basato sulla risoluzione di problemi, al design thinking, al service design.

Si tratta di un percorso forse appena iniziata, fondato sul valore dell'uguaglianza e anche dall'inclusione, che rappresenta però una gran bella novità di questo Natale 2017.

Confidenze informali

Anche la forma spesso è sostanza. Invece del solito discorso di rito, all'Arcivescovo di Trento e alla dirigente provinciale Livia Ferrario è stato chiesto di “stare al gioco” di un confronto sul divano. Dalla condivisione sui valori dell'uguaglianza, dell'innovazione e dell'inclusione, ai distinguo di tono e di metodo a partire dalla propria esperienza. Resta il fatto che in sala non volava una mosca a conferma che la comunicazione personale, condita anche da emozioni e amarcord, riesce a “bucare” meglio di troppe ritualità.

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