“Il vero potere è servire”

Intuitivamente, il potere potrebbe essere quella subdola cosa, astratta ma dai connotati concreti, che è entrata in gioco nel momento esatto in cui gli uomini si sono incontrati su questo mondo e si sono messi inevitabilmente (è questione di DNA dell'anima) in relazione tra loro. Da allora, da sempre, si sono interrogati sul significato di questo quid che è il potere. Lo hanno fatto filosofi, politici, sacerdoti; casalinghe, parrucchiere, studenti. Tutti ci siamo trovati a fare i conti con la domanda, o la sensazione, del dominio. Tutti, nel nostro piccolo, siamo stati sopraffatti e sopraffattori.

Ma perché il potere è brama degli uomini e inebria chi ce l'ha? Che cos'è davvero? Qual è la sua peculiarità essenziale? C'è un libro, più degli altri, che custodisce da un paio di millenni il significato autentico di queste domande, un libro che racconta di un uomo di Nazareth che prende il nostro modo di concepire normalmente il potere e lo ribalta dalle fondamenta.

Nel Vangelo troviamo quel Dio capovolto raccontato fervidamente da don Lauro ai giovani della Diocesi, che ci capovolge con tutta la nostra trafila di pensieri già inscatolati nelle grigie logiche comuni. Ai “Passi di Vangelo” di giovedì scorso, dopo le note del coro di Mattarello, si è infatti letta l'operazione di ribaltamento che Gesù compie in verso i suoi discepoli, i quali rappresentano col loro approccio ciascuno di noi: “Chi vuole diventare grande tra di voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti” (Mc 10,35-45).

“Ma in che senso”, hanno chiesto allora i giovani di Villazzano nei loro stimoli introduttivi, “servire è dare la vita e anche il potere massimo?”. “Gesù mette in discussione le vite dei discepoli chiedendo loro conto del proprio desiderio”, ha spiegato il Vescovo aprendo il suo intervento; “essi desiderano diventar grandi potendo disporre della vita degli altri. È il mezzo che è criticato da Gesù, non la loro sete di grandezza, perché Dio vuole il massimo per noi, non vuole che voliamo basso!”.

Don Lauro ha poi preso tra le mani la riflessione sul potere, affermando che ciascuno di noi “avverte in sé questo dinamismo schizofrenico, per cui dal di fuori condanna il potere, ma dentro gode quando constata di essere un po' sopra agli altri. L'unità di misura che Gesù adotta per la grandezza, però, è solo una: il servizio. Il titolo di Dio è servo, inginocchiato davanti all'uomo per lavargli i piedi. La vera grandezza sta nel servire spontaneamente, azione che testimonia la libertà, dono di Dio, di disporre la propria vita a servizio degli altri. È questo il potere più grande”.

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