L'alternanza scuola-lavoro è una metodologia didattica con cui si realizzano i percorsi del secondo ciclo, è un sistema che può modificare in modo strutturale il piano di studi, rendendolo più essenziale, promuovendo un apprendimento più funzionale alla formazione.

La scuola elabora con lo studente un progetto di alternanza finalizzato e condiviso, l'insegnante tutor lo affianca insegnandogli a sviluppare e a governare quel sapere, costruendolo insieme, ma stimolandolo ad appropriarsene in maniera autonoma.

Con questa metodologia didattica ci può essere una revisione dell'impianto metodologico prevalente nella scuola. Nello stesso tempo, si promuove una maggiore sensibilità tra le imprese locali, che nell'individuare e nel formare i tutor, condividono e credono nella necessità di coniugare i fabbisogni professionali del territorio, con la formazione scolastica.

Non essendo una materia specifica, non è facile valutare il percorso di alternanza, dandone valore all'interno della valutazione di ogni singolo alunno. Ciò risulta ancora più complicato dal momento che se non c'è una certificazione adeguata, non c'è ammissione all'esame finale.

Le ore da svolgere sono molte, seppur diluite nel triennio. Per certi corsi di studio non è sempre facile trovare i contesti più indicati ed opportuni per svolgerle, in coerenza con il proprio curricolo.

La scuola deve individuare più docenti tutor che, in aggiunta alle ore in classe, seguano ed affianchino gli studenti nel percorso di tirocinio in azienda e che elabori con questi i momenti di pratica e verifica del progetto. Servono molte risorse, sia nella scuola per la gestione dei diversi progetti, sia nella formazione dei formatori (tutor aziendali e tutor scolastici).

L’alternanza scuola-lavoro si fonda sull’intreccio tra le scelte educative della scuola e i fabbisogni professionali delle imprese del territorio, ci sarà ancora posto per educare ad una sensibilità meno attenta all’interesse pratico e contingente?