L’Assegno unico? Funziona bene, ma può migliorare

E' possibile garantire il pane sicuro per tutti, realizzando un welfare che sia promozionale e non si fermi a livello assistenziale? Qualche indicazione è stata offerta dai dati sui primi mesi di applicazione dell'Assegno unico provinciale, lo strumento “tutto trentino” che è stato adottato per tenere insieme le precedenti misure di contrasto alla povertà, sostegno alle famiglie e sostegno all'invalidità.

Stando ai dati, circa il 25% della popolazione trentina – pari a quasi 130.000 persone – e il 40% delle famiglie con figli minori, è interessata all'Assegno unico, come si evince dalle domande presentate. Fra l'ottobre 2017 e il maggio 2018 sono state raccolte 41.691 domande, di cui 36.849 (88%) risultate idonee.

Una conferma che un trentino su 4 ha bisogno di rivolgersi all'ente pubblico per essere aiutato nella propria condizione economica.

E' quanto viene confermato dai Patronati che hanno avuto molte richieste per accompagnare le domande e anche dagli stessi sindacati che nell'incontro di questa settimana con la Giunta provinciale hanno chiesto di tenere alta la guardia nel campo del welfare. Va precisato, sostengono in Provincia che nel 2018, primo anno di applicazione dello strumento, le risorse stanziate ammontano a quasi 78, 300 milioni di euro; nel 2017 la somma degli importi stanziati per le diverse misure oggi ricomprese nell'Assegno unico era pari a 57,700 milioni.

Entriamo nel dettaglio, seguendo la presentazione offerta dal presidente Rossi e dall'assesore Olivi. I beneficiari del solo sostegno al reddito quasi raddoppiano, da circa 5.700 a 10.340. Le risorse stanziate dalla Provincia per questa forma di sostegno passano da 13,7 milioni a 25,5 milioni.Per quanto riguarda il sostegno al reddito, l'obiettivo è far sì che nessuno scenda sotto una soglia "limite": da 6500 a 8000 euro all'anno per una persona singola, fino a 11.400 per una famiglia di tre o più persone. Mediamente l'importo percepito è di 200 euro al mese. Con l'Assegno unico la platea dei beneficiari del sostegno al reddito si allarga.

“E' stata innalzata la soglia del limite Icef da 0,13 a 0,16 ed è stata registrata una semplificazione delle procedure che, secondo gli amministratori provinciali, “ ha portato un calo dello stigma sociale, cioè del disagio che molti prima provavano nel chiedere un aiuto economico alla Provincia”: si sono registrati 1752 nuclei familiari in più.

Chi beneficia dell'Assegno unico deve impegnarsi per uscire dalla condizione di bisogno, sottoscrivendo un patto con le agenzie provinciali che si occupano di ricerca di lavoro e assistenza sociale.

Dei 9.200 circa beneficiari dell'assegno risultati idonei al lavoro, infatti, la cui condizione economica è determinata essenzialmente dalla disoccupazione, 6890 sono già impegnati in un percorso di ricollocazione sul mercato del lavoro (formazione, orientamento, accompagnamento al lavoro). Ciò vale anche per i nuclei familiari presi in carico dai servizi sociali: 963 nuclei, che percepiscono la quota a sostegno del reddito, hanno aderito ad un progetto sociale, per una spesa di quasi 4 milioni di euro, il doppio rispetto a quella precedente. Chi però decide di non sottoscrivere un Patto di servizio o un Progetto sociale, perde la quota a cui avrebbe diritto.

E', questo, il criterio della condizionalità, spesso evocato anche in sede nazionale per far sì che queste forme di assistenza non rappresentino un disincentivo a migliorare autonomamente la propria situazione. In Trentino 770 soggetti potenzialmente idonei hanno volutamente deciso di non usufruire dell'assegno, non aderendo ad un Progetto sociale o per l'impiego. Per quanto riguarda i sostegni alle famiglie con figli, la spesa è di 41.000.000 euro per la "quota figli" e di 3.000.000 per la "quota asili nido". In aumento anche qui le famiglie con figli che accedono al sistema (+4,83%). La crescita delle risorse destinate al sostegno alle famiglie con figli, a partire dal primo figlio, è pari a un +28% circa (da 32 a 41 milioni). Più contenute le variazioni rispetto alla situazione pre-Assegno unico per gli aiuti ai nuclei con un familiare invalido.

Considerando i risultati positivi dei primi primi 8 mesi, la Giunta ha annunciato un potenziamento dello strumento per due casi particolari: singoli e famiglie a cui viene meno il sostegno della Naspi e persone che più si sono attivate per trovare un nuovo lavoro.

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