Il lungo viaggio delle nostre redazioni

Tutte le sedi di Vita Trentina in questi 90 anni: perfino una parentesi a Pergine nella seconda guerra mondiale]

La prima sede di Vita Trentina, diretta da mons. Giulio Delugan, è stata presso la Scuola Tipografica Artigianelli in piazza Fiera 8. Lo si legge sotto la testata del primo numero del settimanale, uscito il 26 dicembre 1926. La redazione rimarrà in piazza Fiera per 5 anni, mentre l’amministrazione già l’anno dopo si sposterà in via Roma 23, come si legge sul numero del 4 agosto 1927, e successivamente, dall’aprile 1929, in via Torre Vanga 1.

Un episodio significativo è annotato il 4 giugno 1931, nell’ambito della repressione delle associazioni cattoliche da parte del regime: il 4 giugno 1931 le squadracce fasciste devastano la sede di Vita Trentina.Il 13 agosto 1931 la redazione si trasferisce in via Rosmini 7, ma due anni dopo, il 6 luglio 1933 la nuova sede diventa via del Torrione 1. In un trafiletto in prima pagina si legge: “Avvertiamo che l’ufficio di Redazione ha trasportato la propria sede da via Rosmini 7 in via Torrione 1, 2° piano (ex Casa Oss). Il numero del telefono rimane invariato (12-07)”.

In fuga dalla guerra

In via Torrione Vita Trentina resterà per ben 32 anni, fino al 1965, con una parentesi di poco più di un anno dovuta al periodo bellico, quando la sede si trasferisce a Pergine Valsugana per sfuggire ai bombardamenti. Sul numero del 1° giugno 1944, infatti, compare in prima pagina un “Avviso importante” il cui testo spiega: “Il prossimo numero del giornale verrà stampato a Pergine, dove sono traslocati gli uffici di Redazione e Amministrazione. Indirizzo: via Battisti. Non appena effettuato l’impianto comunicheremo anche il nuovo numero telefonico. D’ora in avanti, pertanto, tutte le corrispondenze relative al giornale e tutti i pagamenti vanno indirizzati a ‘Vita Trentina, Pergine Valsugana, via Battisti 10”. La nota, dopo aver ricordato che “entro il mese di giugno vanno rinnovati tutti gli abbonamenti semestrali scadenti regolarmente a metà anno”, informa che “la prossima settimana, causa trasloco dei nostri uffici, Vita Trentina non esce. Riprenderà invece regolarmente col 15 giugno p.v.”.

Ma la guerra infuria e la carta manca. Sul numero del 28 ottobre 1944 si informa che per mancanza di carta le pubblicazioni di Vita Trentina vengono sospese a tempo indeterminato. Ci si augura di riprendere la stampa al più presto e si assicurano gli abbonati che i numeri mancanti verranno recuperati appena possibile.

La ripresa del cammino

Purtroppo quel numero di ottobre è l’ultimo del 1944 e per rivedere Vita Trentina bisognerà aspettare il 19 luglio 1945. Sulla prima pagina del numero che porta quella data, un lungo articolo non firmato (ma probabilmente scritto dal direttore don Giulio Delugan, che durante il periodo fascista era stato allontanato dall’incarico di direttore per ordine del regime) ripercorre “le vicende del settimanale durante la dominazione fascista”. Il titolo è “Riprendendo il cammino…” e l’incipit: “Riprendiamo la penna non senza intima commozione”. L’articolo ricorda “la lotta lunga e aspra da esso [il settimanale

sostenuta per tener fede al suo programma cattolico, la lunga serie di sequestri subiti, le continue minacce, intimidazioni e perquisizioni dell’autorità fino alle diffide e alla soppressione, le violenze degli elementi più scalmanati del fascismo fino all’invasione della redazione, ed ora vediamo il radicale mutamento avvenuto, il crollo clamoroso di forze avversarie gigantesche, mentre il nostro modesto settimanale sta risorgendo a nuova vita … “.   

Un trasloco anticipato

La redazione di Vita Trentina ritorna quindi dopo la parentesi bellica nella sede di via Torrione, dove rimane fino al 1965. Sul numero del 18 novembre 1965 compare in prima pagina un “Avviso” in cui si legge: “I nostri uffici di Redazione e Amministrazione sono stati trasferiti nella nuova sede di via Torre Vanga 30”.

Si tratta del primo piano dell’edificio che oggi ospita, a piano terra, la sala di lettura della Biblioteca Comunale (all’epoca, invece, era la sede del magazzino della ditta Bigaran, mentre in precedenza era stata sede del Cinema Manzoni).

Nel 1979 l’arcivescovo Alessandro Maria Gottardi decise di riunire in un’unica sede i vari settori della comunicazione sociale e fece ristrutturare l’edificio di via San Giovanni Bosco 5, che all’epoca ospitava l’Enaip, ente di formazione professionale delle Acli, nel frattempo trasferito nella nuovissima sede di Villazzano. Il trasloco di Vita Trentina nel nuovo edificio, che mons. Gottardi denominò “Casa San Paolo” in onore all’apostolo della comunicazione, avrebbe dovuto avvenire nel tardo autunno del 1979 ma un incendio nella sede di via Torre Vanga accelerò i tempi. Sul numero del 16 settembre 1979 si riferisce dell’incendio scoppiato la settimana precedente, dovuto “probabilmente a un corto circuito”, che aveva “distrutto parte del corridoio della sede del settimanale”. Solo “grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco, guidati dal comandante ing. Salvati, le fiamme non hanno fortunatamente intaccato i locali dell’amministrazione e della redazione”. L’incendio aveva però danneggiato le raccolte dei giornali dal 1964 in poi ed aveva reso impraticabile l’intera sede a causa della distruzione dell’impianto elettrico e dell’allagamento causato dall’acqua usata per spegnere le fiamme. Per questo motivo è stato anticipato il trasloco nei nuovi uffici di via San Giovanni Bosco. L’inaugurazione ufficiale della nuova sede avviene l’8 dicembre, Festa dell’Immacolata, ma già l’11 novembre il convegno annuale dei collaboratori, ospitato nella sala da 200 posti ricavata nel seminterrato, è l’occasione per presentare la struttura a fiduciari e corrispondenti.

E 39 anni dopo – è storia di oggi – Vita Trentina cambia nuovamente sede ed approda al Vigilianum.   

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