Nella prefazione al suo bel libro sul Padre nostro, scritto qualche anno fa, il biblista Bruno Maggioni richiamava il rischio di “recitare il Padre nostro come se fosse una ‘moneta consunta’ che si spende automaticamente senza neppure guardarla”. Lo preghiamo come una formula che va bene per tutte le circostanze: per chiedere qualche grazia, per ringraziare di qualche beneficio ricevuto, per raccomandare qualche persona che ci è cara… Siamo così abituati alle parole che diciamo, che corriamo il rischio di non pensarle più, e di restare solo sfiorati dal mistero che contengono e ci comunicano.

È anche vero però che il Padre nostro, in quanto preghiera che Gesù stesso pone sulle nostre labbra, preghiera che il vangelo custodisce e ci trasmette da duemila anni e che la Chiesa prega in ogni Messa, ha una sua segreta potenza vittoriosa sulle nostre inadempienze e miserie. Quest’anno il Centro eucaristico diocesano di s. Chiara vuole proporre questa preghiera come filo conduttore delle ore di adorazione mensili che si terranno ogni primo giovedì del mese alle 16, in collaborazione con l’associazione adoratori. È un invito a rivivere l’esperienza dei primi discepoli che, affascinati da come vedevano pregare Gesù, gli chiedono “Signore, insegnaci a pregare”. È un invito a far discendere l’adorazione eucaristica dall’ascolto delle parole che Gesù ci trasmette, a nutrirla di quelle parole. Riascoltarle alla sua presenza, ai suoi piedi, è lasciarci condurre per mano da lui a comprenderle meglio, a prendere parte ai suoi sentimenti. Ci fa “imparare a guardare dove guarda il Signore, a stare dove il Signore vuole che stiamo, a convertire il cuore stando alla sua presenza”, come scrive Papa Francesco nella sua ultima Lettera al popolo di Dio.

Pregato bene, il Padre nostro è la via per un impegno cristiano radicale, che cambia la vita. Di chi è Padre il nostro Dio? Fin dove arriva quel “nostro”? esclude qualcuno? Il primo incontro è giovedì 4 ottobre alle ore 16 nella chiesetta di S. Chiara, in via S. Croce a Trento.