Due dottorati a firma “trentina”

Martedì 24 novembre, alle ore 20.30 presso il Seminario diocesano, lo Studio Teologico Accademico di Trento ha offerto una serata di presentazione di due libri, frutto di altrettanti lavori di dottorato presso due Università Pontificie. Da subito i relatori della serata hanno messo in rilievo alcune particolarità che hanno fatto di questo momento accademico un avvenimento particolare. Mons. Giulio Viviani, direttore STAT, ha ripreso nel suo saluto un passaggio del messaggio che proprio 50 anni fa veniva pronunciato in occasione della chiusura del Concilio Vaticano II e in particolare quello indirizzato alle donne, di cui “la Chiesa è fiera” e che sanno “rendere la verità dolce, tenera, accessibile”. Questo perché i libri sono opera di due donne, suor Chiara Curzel, specializzata in Teologia e Scienze Patristiche presso l’Istituto Patristico Augustinianum, e Laura Dalfollo, che ha conseguito il dottorato in teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana: entrambe trentine, entrambe impegnate nell’insegnamento nelle facoltà teologiche e nella ricerca nei rispettivi ambiti di competenza.

La professoressa Cristina Simonelli, nel presentare il primo dei due testi (Studi sul linguaggio in Gregorio di Nissa, Roma 2015) ha parlato della “pazienza della memoria” come strumento importante, pur tra le mille urgenze del momento storico che stiamo vivendo, per garantire futuro al presente, per collocarsi con consapevolezza e profondità nella situazione che stiamo vivendo. Don Bruno Tomasi, chiamato a presentare il secondo testo (Peccato mortale: una lettura per l’oggi. La proposta di Josef Fuchs a partire dall’antropologia teologico-trascendentale di Karl Rahner, Assisi 2015) ha richiamato come elementi della riflessione morale la persona, la coscienza, l'opzione fondamentale e la comprensione del peccato alla luce della misericordia.

Al di là del contenuto specifico dei due testi, dei quali potranno giovarsi gli interessati ai rispettivi temi, l’attento pubblico ha saputo raccogliere la soddisfazione delle autrici nel presentare il frutto di lunghe giornate di ricerca condotta con passione, nella convinzione che lo studio della teologia può diventare anima della propria fede e servizio alla fede degli altri, oltre che indispensabile strumento di dialogo nel contesto sociale che siamo chiamati a vivere.

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