Fiemme e Fassa, l’anno degli eventi estremi

Il 2018 passerà agli annali come l'anno caratterizzato da eventi estremi. Il 3 luglio una precipitazione temporalesca lunga e violenta aveva messo in ginocchio Moena. Gli ultimi giorni di ottobre il maltempo ha flagellato Fiemme e Fassa da Molina a Canazei, lasciando un rosario di danni e un decennale rischio ambientale. La cittadinanza è stata ferita con una prolungata interruzione di energia elettrica, gas metano e malfunzionamento dell'alimentazione idrica. La viabilità è stata sconvolta (interruzioni al passo San Lugano, tra Moena e Predazzo, passo Rolle e Carezza). La ciclabile di Fiemme e Fassa erosa dalle acque dell'Avisio in più punti riuscirà, comunque, ad accogliere le migliaia di fondisti per la prossima edizione della Marcialonga. Il comitato organizzatore ha già annunciato che l'evento si terrà regolarmente. Danni alle abitazioni ad Alba di Canazei invase dal fango e alcune case di Fiemme scoperchiate dal vento. Non si contano cantine, negozi e garage allagati.

Grande il lavoro dei vigili del fuoco volontari coordinati da Stefano Sandri (Fiemme) e da Giancarlo Pederiva (Fassa) che hanno lavorato ininterrottamente notte e giorno alleviando le situazioni più critiche.

Molte famiglie hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni per essere temporaneamente ospitate in dormitori di emergenza.

L'allarme è rientrato, ma rimane il danno ambientale nei boschi. Migliaia di alberi sono stati abbattuti dal vento specialmente a Tesero, Predazzo, Moena, passo Carezza, Valle di San Pellegrino e Val San Nicolò. Che fare? Abbiamo girato la domanda a Ilario Cavada, dell'ufficio tecnico forestale della Magnifica Comunità di Fiemme. “Una valutazione del tutto provvisoria calcola una quantità di legname abbattuto tra i 150 e i 200 mila metri cubi di piante solo nelle proprietà della Magnifica”. “A questo – continua il tecnico – si deve aggiungere il danno arrecato alla rete di strade forestali e baite. La prima urgenza è quella di raccogliere il legname, anche con l'intervento di squadre esterne, per poi procedere al rimboschimento, intervento necessario per mitigare il rischio idro – geologico. Parallelamente è necessario intervenire sul mercato del legno e per questo attendiamo indicazioni da parte della Provincia e del mondo accademico. Si dovranno trovare le strategie più opportune per evitare il deprezzamento della risorsa legno”.

Sono in corso accertamenti sugli impianti a fune che dovrebbero aprire regolarmente alla fine di novembre.

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