Dieci giorni di dolore

Alle 20.30 di martedì 11 dicembre ai mercatini di Natale di Strasburgo l’attentatore Cherif Chekatt (morto il giorno dopo nello scontro con la polizia) esplode colpi di pistola sulla folla. Tre i morti e 12 i feriti fra i quali il 29enne Antonio Megalizzi, trentino di origini calabresi. Dopo tre giorni di agonia, con speranze via via sempre più flebili venerdì 14 dicembre il suo cuore si arresta. Due giorni dopo morirà anche l’amico di origine polacca, Bartek, che lo ospitava a Strasburgo.

E’ un’intensa commozione in tutto il Trentino. Nella sua parrocchia di Cristo Re, ma anche negli ambienti universitari (frequentava la laurea magistrale in Studi Internazionali) e radiofonici (era leader del progetto di web radio universitarie Europhonica). Il sindaco Andreatta proclama il lutto cittadino, il rettore Collini assicura il sostegno al progetto delle radio universitarie. L’Ordine dei giornalisti consegna alla memoria la tessera di giornalista, mentre i giornalisti cattolici dell’UCSI, incontrando il Vescovo, parlano di Antonio come “una persona che inseguiva un sogno, comune a tanti altri giovani, spesso in solitudine e nell’indifferenza”.

Nel pomeriggio di martedì 18 il feretro viene trasferito a Roma, accolto dal Capo dello Stato Mattarella e dal presidente della Provincia di Trento, Fugatti. Dopo l’autopsia al “Gemelli” arriva alle 12.40 a Trento nella chiesa di Cristo Re, dove in questi giorni di dolore non si è mai interrotta la preghiera per Antonio e la sua famiglia.

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