Studenti fra storia e cronaca

Dall’incontro con Marco Damilano sul caso Moro e la politica italiana una riflessione sulla storia recente, spartiacque tra generazioni

Il cartello che invitava a partecipare allo sciopero per il clima del 15 marzo è ancora appeso nell'atrio del Liceo scientifico Da Vinci a Trento, ma neanche una settimana dopo, giovedì 21, la stragrande maggioranza degli studenti delle classi quinte sono radunati nella palestra a discutere per 2 ore tra cronaca e storia. Un segno, uno dei tanti, che dimostra come la voglia di conoscere, esprimere il proprio pensiero in un dialogo o una manifestazione, faccia ancora parte di una generazione troppo spesso tacciata di estraniarsi dalla realtà. L'hanno testimoniato quegli oltre 200 studenti che (seduti in terra!) hanno ascoltato in silenzio il giornalista Marco Damilano (classe 1968), direttore dell'Espresso, per una presentazione del suo ultimo libro sugli Anni di piombo e il delitto Moro, una pagina funesta della politica italiana che per i giovani è già “storia” ma proprio per questo va conosciuta e meditata.

“Oggi abbiamo senza dubbio maggior informazione, ma meno giornalismo, il racconto della realtà” dice Damilano. E il tempo scorre tra la cruda narrazione di quegli anni terribili (“voi adesso conoscete il terrorismo legato a fattori etico-religiosi, ma allora c'era il terrorismo politico) e le domande dei ragazzi sulla libertà di stampa e quanti han pagato con la vita, i giornalisti sotto scorta, i titoli “ai limiti del buon gusto” e le testate “di parte” (“ci possono essere, ma pure il diritto di non leggere”) fino al tema dell'Europa che sembra stare a cuore agli studenti, nonostante, spieghi il direttore, “esistano tanti interessi volti a che venga divisa”.

“Tutto è partito da quando il prof. Conci (docente di IRC ndr) ci ha parlato di questo libro a 40 anni di distanza dagli avvenimenti – ci spiega Gianluca Nardon rappresentante d'istituto che insieme a Camilla Pallanch ha organizzato l'incontro – l'idea che ci è subito venuta in mente è stata quella di riuscire a portare nella nostra scuola l'autore e, dopo un anno e mezzo, la soddisfazione di esserci riusciti. Da un fatto di cronaca abbiamo allargato alla libertà di informazione, il ruolo della stampa … davvero interessante”.

La soddisfazione degli studenti è la stessa che si legge negli occhi dei loro docenti (di storia, lettere, ma non solo)che hanno subito raccolto l'idea. “Gli studenti mostrano una sensibilità straordinaria e bisogna dar loro fiducia” è il commento della dirigente, Valentina Zanolla. E, se la scuola è questa, significa che abbiamo ancora speranza.

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