Ai limiti del possibile

La mostra “Oltre il limite” è una finestra che si apre tra il visibile e l’invisibile, quotidiano campo di lavoro dei fisici

Quanto è grande lo spazio che ha sempre affascinato l'uomo fin dai tempi più antichi? Osservuno scorcio sugli allestimentiando gli spazi che immaginiamo immensi, visto il numero di stelle in cui si perde il nostro sguardo la domanda è una sola: ha una fine l’Universo? E,se c’è una frontiera, cosa c’è al di là?

E’ un viaggio tra il tempo e lo spazio quello che l'umanità ha percorso da quando Galileo ha cominciato a scrutare il cielo in maniera “scientifica”. Ma è solo nello scorso secolo che la scienza ha trovato le risposte che l'uomo cercava: eppure la ricerca continua perché gli interrogativi sono ancora molti. Anzi, come sempre accade: più crescono le risposte e più si aggiungono sempre nuove domande. Forse è proprio questo il fascino di uno dei lavori più entusiasmanti, qual è la ricerca scientifica e della fisica in particolare, la scienza moderna che, come affermava il suo fondatore, ci spiega “come vada il cielo”, leggi mondo e le cose.

Per avvicinare il lavoro di tanti scienziati che hanno fatto la scienza del Novecento e di quelli di oggi l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare propone una Mostra inaugurata presso il MUSE a Trento sabato scorso dal titolo “Oltre il limite. Viaggio ai confini della conoscenza”.

Nata da un'idea di Roberto Battiston, docente all'università di Trento e direttore dell'Agenzia Spaziale Italiana, la Mostra è stata realizzata con la collaborazione del Dipartimento di Fisica dell'Ateneo trentino, FBK e Muse e con il contributo di diversi sponsor pubblici e privati.

Una serie di exhibits interattivi, video e pannelli esplicativi accompagnano i visitatori indietro nel tempo a quel primo istante che è la nascita dell'Universo, conosciuto come Big Bang da cui ha preso origine la formazione della materia.

Dall’invenzione della Rete in cui ormai siamo immersi, quel World Wide Web messo a punto da Tim Bernes-Lee presso il CERN di Ginevra esattamente 25 anni fa alla scoperta della radiazione di fondo da parte di Penzias e Wilson nel 1965, quasi l’”eco” del Big Bang: la Mostra è una finestra che si apre tra il visibile e l’invisibile, quotidiano campo di lavoro dei fisici dove la relatività di Einstein e la meccanica quantistica sono lingua comune.

E poi una serie di strumenti, come ad esempio Virgo la gigantesca antenna in grado di “catturare” le onde gravitazionali costruita nella campagna attorno a Cascina di Pisa, e poi ancora la missione spaziale LISA-Pathfinder o l’affascinante ritrovamento del Bosone di Higgs.

“Esplorare la realtà ai limiti del possibile – spiega la Mostra – significa muoversi ai confini stessi dell’universo e guardare oltre”.

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