“Il canto, liturgia per il Signore”

Ermanno Galante, capocoro classe 1931, è stato festeggiato domenica 1° settembre dalla comunità per i suoi 70 anni di servizio musicale in parrocchia e non solo

Presente con il suo coro ad ogni funzione liturgica, autorevole ma pacato, tecnicamente capace ma umile nei modi, Ermanno Galante, capocoro classe 1931 è stato festeggiato domenica scorsa dalla comunità di Condino per i suoi settant’anni di servizio musicale in parrocchia e nella società.

Al termine della bella Messa cantata diretta da Ermanno dall’altezza dei suoi quasi 89 anni, i discorsi ufficiali, la consegna dei doni e il successivo pranzo d’assieme della famiglia con i coristi. Un momento festoso che ha colto Ermanno di sorpresa, e non poteva essere altrimenti ché il nostro maestro, se interpellato prima, difficilmente avrebbe accettato di venir posto così al centro dell’attenzione, come evidenziato dal parroco di S. Maria Assunta di Condino don Vincenzo Lupoli che ha ricordato come il Vangelo per cui gli ultimi saranno primi, letto secondo la liturgia del giorno, ben si addice ad Ermanno per quanto ha fatto e ancora fa per i suoi comparrocchiani.

I coristi per bocca di Giuliano Quatrida hanno voluto sottolineare ancora la sua grande capacità di interagire con le persone mentre il sindaco di Borgo Chiese Claudio Pucci gli ha riconosciuto le qualità di grande tenacia e capacità di saper unire le persone della comunità in cui è inserito.

Ermanno Galante aveva iniziato a suonare nella banda e cantare nel coro all’inizio degli anni ’50. Aveva solo 21 anni quando Guido Dapreda, allora organista del coro parrocchiale diretto da Celestino Dapreda, esimi rappresentanti della famosa famiglia di musicisti Dapreda di Condino, gli chiese di diventare a sua volta nuovo capocoro. Celestino Dapreda infatti era barbiere e faceva fatica a venire a dirigere, perché allora i barbieri lavoravano la domenica mattina.

Ermanno, che si era già un po’ sperimentato nel coro della Gifra organizzato al convento dei Padri Cappuccini qualche tempo prima da padre Angelo Vender, decise di prendersi questa responsabilità. Dirigeva infatti anche già un coro di canti della montagna, il “Genzianella”, e per un certo periodo, come Ermanno tiene a precisare, i due cori sono andati avanti in maniera congiunta: “Ho riunito i due cori con gli stessi elementi; alle prove prima cantavamo un po’ di canzoni di chiesa e poi facevamo le prove di quelle di montagna”.

I cori hanno preso poi ognuno la propria strada, mantenendo però in Ermanno lo stesso maestro; un bell’impegno per lui, che doveva pensare alle canzoni, alle prove e ai concerti di tutti e due i cori, di cui uno, il “Genzianella” nel corso degli anni ha raggiunto un notevole livello offrendo concerti e partecipando a concorsi in tutta la regione e anche fuori, fondendosi poi nel 1984 col coro “Valchiese” di Storo.

Due cori, un lavoro, quello di messo comunale, e una famiglia, che ormai Ermanno aveva messo su con la compianta moglie Carla. Ma nonostante tutti gli impegni, Ermanno per decenni e fino ad oggi, non è mai mancato col coro parrocchiale non solo a qualsiasi funzione ma anche a tutti i funerali officiati in paese, chiedendo per questo, finché non è andato in pensione, permessi speciali sul lavoro con la promessa, sempre mantenuta, di recuperare le ore appena possibile.

“Un grosso cambiamento per il coro parrocchiale è avvenuto con la riforma liturgica varata dopo il Concilio Vaticano II del 1965”, ricorda Galante. “Sono entrate per esempio le donne e abbiamo dovuto cambiare anche repertorio; entravano in chiesa canti molto diversi e abbiamo iniziato una nuova linea di canto”. Nuove melodie, nuovi testi e teste negli anni da dirigere, ma Ermanno con la sua ferma pacatezza ha saputo gestire tutto e tutti, lasciandosi alle spalle quanto non andava e mettendo cuore e passione in tutto ciò che faceva.

Ora il suo sogno sarebbe di vedere qualche giovane entrare a rimpinguare le fila del suo amato coro ma si rimette come sempre al buon cuore di tutti.

Facciamo ad Ermanno un’ultima domanda: “Ma a te quale parte della messa piace cantare di più?”. Anche qui ci spiazza, lasciando trasparire oltre alla passione anche la serietà con cui ha portato avanti il suo compito di capo di un coro liturgico: “Non ho particolari preferenze, tutto il canto è liturgia fatta per il Signore”. Chapeau Ermanno!

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina