John Mpaliza, in marcia per restare umani

La serata organizzata da John Mpaliza ieri sera a Sanbapolis

Restiamo umani”. Con questa frase chiudeva tutti i suoi pezzi un brianzolo innamorato dei diritti umani e della lotta per la libertà del popolo palestinese, che di sé diceva “Non riesco a stare tranquillo, non riesco a stare passivo dinnanzi a una situazione di ingiustizia”. La voce di Vittorio “Vik” Arrigoni venne messa a tacere a Gaza nell’aprile del 2011; i suoi ideali, però, camminano sulle gambe d’altri uomini.

“Quando ti ho telefonato per dirti che avevamo pensato a quel Restiamo umani come titolo della nostra marcia, hai detto: Non dimenticarti di ricordare le sue parole”, ha ricordato John Mpaliza ad Egidia Beretta Arrigoni, madre di Vittorio, in occasione della serata che, sabato 8 febbraio, è stata organizzata al teatro Sanbàpolis di Trento per raccontare la marcia “Restiamo umani”.

Hanno contribuito all’organizzazione della serata l’associazione Ali Aperte e l’Opera universitaria di Trento.

La marcia è partita da Trento il 20 giugno 2019, Giornata mondiale del rifugiato, ed è terminata il 23 ottobre in piazza San Pietro, quando John, italo-congolese residente in Trentino da due anni e ormai conosciuto come “Peace Walking Man” ha consegnato a Papa Francesco una lettera per manifestargli solidarietà dopo tutti gli attacchi ricevuti per essersi espresso a favore dei diritti di migranti e rifugiati.

Al teatro Sanbàpolis, sabato, erano presenti marciatori venuti da ben oltre il Trentino Alto Adige: erano rappresentati Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana. Durante la marcia, che è durata quattro mesi ed ha percorso l’Italia da cima a fondo, dal Trentino alla Sicilia, John Mpaliza ha percorso tremila chilometri e incontrato novemila persone, alcune delle quali hanno deciso, zaino in spalla, di marciare con lui per far camminare letteralmente quel monito: “Restiamo umani”.

Alcuni marciatori hanno portato la loro testimonianza. C’è chi, come Alvise dalla Vallagarina, aveva sempre osservato queste iniziative “dalla finestra” e ha però deciso, dopo la “cena solidale” organizzata a Rovereto, di mettersi in cammino fino a Pian delle Fugazze. E ci sono anche Mattias, nonno Agistino e zia Caterina dalla Vallarsa. “Ero appena rientrata per qualche settimana dallo Zambia, dove stavo svolgendo il mio servizio civile; nonostante la stanchezza del viaggio, mi sono detta: Io il mio segno per sensibilizzare il mio piccolo territorio lo voglio dare”, ha spiegato Caterina.

Lo stesso segno che hanno voluto lasciare le “Carmadonne”, associazione di donne di Carmagnola, a 30 chilometri da Torino, che prova a disegnare un nuovo mondo “plurale, solidale e che sa includere”, come lo ha definito Angela. O la signora Fiorella, ottantenne di Montalcino, che, da Torino, ha mandato in rappresentanza il nipote Francesco e l’amico Michael. Fino ad arrivare a don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, in Toscana, che ospita 300 ragazzi richiedenti asilo nella sua parrocchia.

Nel corso della serata è stato ricordato anche Sandro Chistè, un marciatore per la pace che adesso ha iniziato a “camminare in cielo”. “In occasione dei cento anni dalla Grande Guerra, aveva marciato dal Brennero fino alla Sicilia con la stessa idea che ci ha mossi, ovverosia che il mondo lo possiamo cambiare, noi che ogni giorno lo abitiamo”, ha ricordato John Mpaliza.


“’Restiamo umani‘ è l’adagio con cui firmavo i miei pezzi per il manifesto e per il blog. È un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere, credo che apparteniamo tutti indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini alla stessa famiglia che è la famiglia umana”.

Con queste parole Vittorio Arrigoni spiegava il significato del suo “Restiamo umani”. La madre di Vittorio, Egidia Beretta Arrigoni, era presente sabato al teatro Sanbàpolis, dove è stata intervistata dalla giornalista del Corriere del Trentino Annalia Dongilli.

Alla signora Beretta Arrigoni, John Mpaliza ha donato una bandiera della marcia e una spilletta realizzata dall’associazione Ubalda Bettini Girella Onlus di Rovereto. Il cantautore trentino Milo Brugnara le ha cantato la canzone “Stay human”, dedicata a Vittorio Arrigoni.

“Il Restiamo umani di Vittorio non è uno slogan, ma il riassunto di una vita”, ha detto Vincenzo Passerini.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina