La ripartenza dei rifugi di montagna

Il rifugio Mandrone sull’Adamello

Molto attese da tutti gli appassionati della montagna, all’interno del Protocollo di sicurezza per le strutture ricettive deliberato il 22 maggio dalla Giunta provinciale ecco anche le linee guida da seguire per la ripartenza delle attività dei rifugi.

Se la somministrazione di cibo e bevande era già stata concessa a partire dallo scorso 20 maggio, nel rispetto del regolamento dedicato a ristorazione e pubblici esercizi, importanti novità riguardano l’accoglienza e il pernottamento degli ospiti in strutture come i rifugi, certamente meno facili da gestire rispetto ad altre.

Per definizione infatti il rifugio è un “presidio” della montagna ed è quindi tenuto ad accogliere tutti gli escursionisti che lo richiedano, con il rischio che in particolari situazioni critiche possa verificarsi un sovraffollamento degli spazi. In questo caso il rifugio dovrà dare ricovero agli escursionisti, assicurandosi che tutte le persone indossino una mascherina chirurgica, ma non potranno essere somministrati alimenti e, se possibile, si dovrà tenere aperta una porta o una finestra verso l’esterno.

Per quanto riguarda i pernottamenti, per le stanze con meno di 6 posti letto fanno fede le indicazioni del protocollo “Ricettivo-alberghiero”, mentre le camerate con 6 o più brande se occupate da persone estranee tra loro dovranno essere utilizzate solamente per un terzo dei posti letto.

Gli ospiti conviventi o che condividono gli ambienti per i pernottamenti, possono essere trattati come un’unica unità anche nell’utilizzo e nella condivisione di zone comuni, così come il personale che lavora nel rifugio, da considerarsi come gruppo convivente senza l’obbligo di distanziamento sociale.

Stringenti anche le regole riguardanti le norme igieniche e i servizi, che necessiteranno di un’organizzazione di spazi e tempi, come l’istituzione dei turni di pasti e uso degli spazi comuni per evitare assembramenti e mantenere il regolare distanziamento delle persone.

Un equilibrio non semplice per luoghi da sempre “di socialità e condivisione“, per i quali “il nuovo paradigma del distanziamento potrebbe avere il sapore di una contraddizione in termini”, comunica la Società Alpinistica Tridentina, convocando nella giornata di oggi in video conferenza i 33 gestori dei rifugi SAT per discutere del cambiamento a cui saranno chiamati nelle prossime settimane.

Un cambiamento che in questa fase deve partire in primo luogo dagli utenti, chiamati a un’assunzione di responsabilità ancora maggiore sul fronte del rispetto delle regole, dell’educazione e della correttezza, come ha affermato anche il Presidente del CAI Vincenzo Torti: “Soltanto la corretta frequentazione dei rifugi potrà evitare il ritorno a una chiusura delle Terre alte e a una limitazione delle possibilità di frequentarle”.

 

 

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