Levico e Dro contro la retrocessione da Covid-19

Non c’è pace per il calcio italiano in questa fase post-pandemia. Se dopo mesi di discussioni e polemiche i vertici del pallone hanno finalmente deciso per la ripartenza dei campionati – la Serie A se tutto va bene torna in campo il 20 giugno – nelle serie minori, che non potranno garantire le dispendiose misure di sicurezza richieste dal protocollo sanitario Figc, ci aspetta un’estate di tribunali e ricorsi.

Ai tribunali sembrano voler ricorrere anche le due trentine della Serie D, Levico e Dro, dopo la proposta della Lega Nazionale Dilettanti, che sembra aver trovato come soluzione valida la cristallizzazione delle classifiche al momento dell’interruzione del campionato, con 27 partite giocate su 38, decretando così la promozione della prima e la retrocessione delle ultime quattro squadre in classifica, senza playoff né playout. Una decisione che scontenta le due compagini provinciali, che verrebbero automaticamente retrocesse, essendo, trovandosi al momento della sospensione rispettivamente al quartultimo e al penultimo posto.

Se al Dro sarebbe servito un miracolo sportivo per riuscire ad agganciare il treno salvezza nell’ultima parte di campionato, la beffa appare ancora più bruciante per il Levico, che risulterebbe così retrocesso per un solo punto. “Se il campionato fosse stato sospeso una settimana prima saremmo slavi”, ha tuonato il presidente dei termali Sandro Beretta, annunciando l’adesione al comitato “Serie D, salviamoci“, composto dalle e 31 squadre che in tutta Italia risulterebbero penalizzate da questa decisione.

Il Comitato, al quale ha aderito anche il presidente del Dro Alto Garda Lucio Carli, chiedendo “l’annullamento della decisione e il congelamento del campionato”, ritiene illegittima, irricevibile e umiliante la proposta della LND, dato che “la salvezza non è stata ottenuta sul campo e la disputa non è finita sportivamente”, e minaccia di “dare luogo ad una serie di azioni giudiziarie a tutela di diritti violati, sportivi e patrimoniali”, nel caso questa venisse recepita dalla Federcalcio.

Importanti aggiornamenti sono attesi per il 3 giugno, giorno in cui è fissato il prossimo Consiglio Federale, chiamato a ratificare la decisione o, come sperano i tifosi trentini, a trovare una soluzione per evitare questa anomala “retrocessione da Covid-19“.

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