Maturità, i consigli degli studenti per gli studenti

Un’esame di maturità di qualche anno fa. Foto © Gianni Zotta

Finita la scuola, per gli studenti delle quinte scatta l’ora della maturità. Un esame che quest’anno assume connotati molto particolari: dopo circa tre mesi di lezioni a distanza infatti si torna in classe, per un unico colloquio orale di 60 minuti.

Si parte mercoledì 17, con gli studenti chiamati a comparire davanti a una commissione composta da 6 docenti interni e da un presidente esterno, dopo essersi sottoposti alle ormai ben note misure di sicurezza sanitaria e igienizzazione.

Un contesto del tutto straordinario, che rischia di esasperare gli elementi di stress e di ansia già presenti normalmente nel periodo pre maturità, quest’anno forse ancora più simile ad un esame universitario, visto il lungo periodo di sospensione delle lezioni che lo ha preceduto.

Per cercare di aiutare in maniera concreta i maturandi abbiamo quindi chiesto ad alcuni studenti universitari di inviarci i loro consigli e suggerimenti, da persone ben informate sui fatti.

Ricorre più volte l’invito a stare tranquilli e a prepararsi studiando gli appunti e gli schemi che necessariamente i ragazzi delle quinte devono avere elaborato durante l’anno. “Spero che i ragazzi almeno per la maturità abbiano studiato prima, sfruttando i mesi della quarantena”, ci dice Angelica, studentessa di Lingue Moderne: “Quello che ho fatto io è stato ripetere tutto ad alta voce, ho trovato utile registrarmi e riascoltarmi mentre ripetevo i concetti più difficili, che facevo fatica a farmi entrare in testa”.

“Saper collegare con facilità un argomento all’altro, anche tra una materia e l’altra”, è il segreto di Andrea, studente del Conservatorio, che aggiunge: “Consiglio di allenarsi a parlare, in modo da sapere come riempire i buchi anche quando le domande dei professori vertono su argomenti che non si sanno troppo bene”. Concetto ribadito anche da Giulia, di Lingue: “È importante evitare la scena muta. Anche se non si sa una risposta bisogna mostrare di saper fare un certo tipo di ragionamento, che per quanto lontano da ciò che viene richiesto è comunque una dimostrazione di interesse. Attenzione poi a non dare per scontato le cose fatte durante l’anno e a prepararsi al meglio possibile nelle materie in cui si sa di essere più carenti”.

Anche Elisabetta consiglia di non farsi prendere dall’ansia: “State tranquilli, se uno ha studiato nel corso dell’anno non avrà problemi. I professori poi cercano di mettere gli studenti a loro agio: una volta ammessi all’esame il più è stato fatto”. Lorenzo, studente di Fisica, si concentra soprattutto sulle materie scientifiche: “La cosa più importante è non spaventarsi davanti alle formule, che sono soltanto dei modi per rappresentare la realtà. È importante sapere almeno le formule generali, da cui poi si possono ricavare le altre, un consiglio che resta valido anche all’università”.

Molto pratico invece il suggerimento di Maria, anche lei studentessa al Conservatorio: “Consiglio di arrivare in anticipo all’orario dell’esame, io sono arrivata proprio all’ultimo momento mentre lo studente prima di me aveva finito qualche minuto in anticipo e questo mi ha fatto fare una bruttissima figura. Durante l’esposizione poi consiglio di guardare gli insegnanti negli occhi e rivolgersi direttamente a loro. Potrebbe essere utile fare alcune prove con i genitori o con gli amici, per esercitarsi nel contatto con i professori. Infine avere tanta umiltà, perché quella aiuta sempre”.

la raccomandazione di Davide, studente di Beni Culturali, è quella di “scegliere un ordine intelligente del susseguirsi delle varie materie, mettendo sia all’inizio che alla fine dell’esposizione quelle in cui si è meglio preparati, in modo da partire bene e lasciare una buona impressione alla fine. Un altro consiglio, che però non vale per chi fa l’esame per primo, è quello di informarsi per capire lo stile delle domande dai compagni che hanno già finito”.

“Anche se è una cosa che personalmente non sopporto”, continua Davide: “Consiglio poi di continuare a parlare, senza arrampicarsi sugli specchi magari legandosi ad argomenti diversi e deviando su quelli su cui si è più ferrati, anche di altre materie. Infine è fondamentale stare molto attenti e ascoltare le domande dei professori: a me è capitato di iniziare a pensare alla risposta prima che il prof terminasse di farmi la domanda, e di rispondere così in maniera incompleta”.

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