Chi si occupa dei “Long Covid” in Trentino?

Il reparto Post Covid del Policlinico di Roma. A destra, il presidente Marco Ioppi

Per alcune ricerche sono oltre l’80%, uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, parla di 3 pazienti su 4: sono gli affetti da “Long Covid”, persone che, una volta guarite dal coronavirus, almeno secondo il responso del tampone, non smettono di soffrire di problematiche, fisiche o psicologiche.

Sul tema si è pronunciata anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che attraverso una nota diffusa martedì 26 gennaio, definisce prioritaria un’indagine e la comprensione di questa condizione post Covid, caratterizzata da spossatezza e tosse persistente, e annuncia per il mese di febbraio una serie di consultazioni che coinvolgeranno un’ampia gamma di parti interessate, inclusi gruppi di pazienti, per “raggiungere un consenso sulla descrizione della condizione, dei suoi sottotipi e sulle definizioni dei casi”, ed arrivare anche a darle un nome.

In Italia, per il momento, sono poche le strutture che si sono attrezzate per affrontare la problematica, ma alcune regioni si sono già mosse. In Trentino, invece, la questione appare poco considerata, e a confermarcelo è anche il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Trento Marco Ioppi, a cui abbiamo chiesto un quadro della situazione locale: “Non abbiamo ancora costituito un centro per le cure post Covid, ma qualcosa andrà sviluppato, perché sappiamo ogni giorno di più che il coronavirus può lasciare degli strascichi abbastanza variabili in base ai soggetti”. Difficile, anche per Ioppi, fare una stima delle persone coinvolte sul nostro territorio: “È un dato che non abbiamo ancora. Quello che viene rilevato è che spesso chi ha avuto delle infezioni da Covid, più o meno gravi, continua a presentare una forte stanchezza, delle difficoltà nella ripresa del tono muscolare e del recupero fisico. Nella nostra provincia disponiamo di numeri troppo bassi per analizzare le tendenze o determinare impressioni, per questo sarebbe necessario avere un osservatorio a livello nazionale”.

A seguire i pazienti trentini in questa fase, per ora, sono stati i medici di medicina generale, come sempre primo riferimento per la salute dei cittadini.

…continua la lettura sul nuovo numero di Vita Trentina!

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