In Val di Fiemme si ricorda la tragedia del Cermis

Era il 3 febbraio del 1998 quando un aereo militare statunitense tranciò i cavi della funivia del Cermis. Morirono così 19 turisti provenienti da Olanda, Polonia, Belgio, Germania, Austria e Italia e il manovratore della cabina Marcello Vanzo.

Da allora sono passati 23 anni, ma la ferita rimane aperta, e oggi la Valle di Fiemme si è raccolta in un momento di preghiera. Sono state ricordate non solo le vittime della tragedia del 1998, ma anche quelle del primo disastro del Cermis, che ha avuto luogo nel 1976.

“La memoria non è un puro esercizio mentale ma un atto di consapevolezza”, ha ricordato il parroco di Cavalese, Albino Dell’Eva, che ha celebrato la Messa nella chiesa dell’Addolorata. “Impariamo la lezione della storia – ha ammonito – che talvolta ci colpisce con durezza. La tragedia del Cermis con i suoi morti non è il frutto del caso, ma ci insegna, nella sua drammaticità, il valore della vita”.

Anche il sindaco di Cavalese Sergio Finato ha portato il suo ricordo. “Avvertiamo ancora oggi una sensazione di profondo dolore – ha detto -. La tragedia fu dovuta a un errore umano. La commemorazione è dunque un momento della consapevolezza del valore superiore della vita”.

Quel 3 febbraio del 1998, le forze statunitensi della base di Aviano si stavano esercitando per prepararsi all’offensiva nei Balcani. Il volo di addestramento delle 14.36 sarebbe dovuto rientrare in quel protocollo. Ma così non fu, perché i piloti fecero volare il Prowler a bassissima quota, contravvenendo gli ordini. L’areo incontrò la fune dell’impianto del Cermis. Così si consumò la tragedia in cui persero la vita 20 persone.

“La storia – ha sottolineato l’assessore provinciale Achille Spinelli, presente alla cerimonia in rappresentanza della Giunta – non va mai dimenticata. La partecipazione è un atto doveroso per il rispetto che dobbiamo alle vittime, ai loro familiari e a una comunità che, nonostante sia stata più volte colpita, ha saputo rialzarsi. Un giorno di vacanza si trasformò in un lutto che colpì, per le modalità e le circostanze, la comunità internazionale. La Provincia continuerà a essere al fianco della Valle di Fiemme”.

La celebrazione si è conclusa al cimitero, dove si trovano due stele che ricordano le vittime del 1976, in cui persero la vita 40 persone.

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