Don Lauro torna a celebrare per la Domenica delle Palme: “Non siamo più soli nelle paure”

Foto © Gianni Zotta

Ha raggiunto il massimo della capienza – 230 persone, secondo le attuali disposizioni -, la Cattedrale di Trento, dove questa mattina l’arcivescovo Tisi è tornato a celebrare la Santa Messa dopo essere guarito dal Covid-19.

L’occasione, la celebrazione della Domenica delle Palme, in cui i tanti fedeli accorsi – qualcuno è anche dovuto rimanere fuori visti i posti limitati – hanno ricevuto il ramo d’ulivo benedetto all’ingresso, nel rispetto dei protocolli sanitari.

“In quest’ora così carica di tristezza, smarrimento e angoscia, è facile identificarsi con la paura, la tristezza e con il bisogno di vicinanza di Gesù – ha detto don Lauro nell’omelia, commentando la Parola di oggi -, ma sapere che il Dio della Vita che prova paura e angoscia, ci scandalizza e ci spiazza. Come può diventare salvezza un uomo solo e impaurito? Per trovare le tracce di una possibile risposta dobbiamo andare a cercare le fonti della paura di Gesù, che non vuole abdicare all’esperienza dell’amare, vuole continuare a chiamare fratelli e sorelle le persone, vuole a tutti i costi impedire che l’odio, la cattiveria, la violenza di quell’ora, si trasformi in motivo per rinunciare ad amare. Da quel giorno noi sappiamo che non siamo più soli nelle nostre paure, abbiamo un compagno“.

don lauro tisi
Foto © Gianni Zotta

Proseguendo nell’omelia, l’Arcivescovo ha reso il suo ringraziamento agli operatori sanitari e alle tante persone che con le loro azioni si sono resi fondamentali nell’attraversare questo lungo periodo di emergenza sanitaria: “Spesso gli operatori sanitari hanno percepito come fastidiosa la definizione di “eroi”, l’eroe infatti ha anche un po’ di protagonismo e di autoesaltazione, mentre quello dei nostri sanitari è molto di più, è uno stile di vita: loro sono gente di valore e di spessore. In questo momento a tenere in piedi la nostra Nazione sono tanti uomini e donne che, come Gesù, ogni giorno vincono la paura. Rimanendo saldi nel vivere per gli altri e nel fare il proprio dovere. Uomini e donne che in questo anno di sofferenza ci hanno regalato non prestazioni da eroi, ma uno stile di vita, rimanendo saldi nell’amore”.

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