Walk & talk! Al Film Festival anche l’esperienza in montagna di Intrecciante

Sono sguardi venuti da lontano, sguardi curiosi, che si incontrano, si guardano intorno e che si specchiano per la prima volta nelle montagne. Sono sguardi di stupore e di amicizia, di scoperta e di condivisione, quelli raccontati da “Walk and talk! Con gli occhi dell’Altro”, il cortometraggio che sarà presentato al Trento Film Festival 2021, frutto della collaborazione tra Intrecciante, progetto di UISP del Trentino che da tre anni promuove l’aggregazione e l’inclusione attraverso il calcio, Susat, la sezione universitaria della SAT, e l’associazione culturale Alchemica.

Inserito nella sezione Nuovi Orizzonti, il film sarà proiettato in sala al Cinema Modena alle ore 17.45 di mercoledì 5 maggio, e condensa in pochi minuti un percorso durato due anni, che oltre alle realtà promotrici ha coinvolto decine di persone, tra giovani, studenti, i calciatori della squadra multietnica di Intrecciante, chiamati a scoprire l’ambiente montano, ma anche a trasmetterlo agli altri.

C’è chi non ha mai fatto trekking in vita sua e chi conosce bene gran parte dei sentieri del nostro territorio, nel folto gruppo di partecipanti alle escursioni. Tutti hanno il telefono o una videocamera con sé, per documentare la loro esperienza, e sono seguiti dalla giovane regista Sara Cao, che in presa diretta testimonia sforzi, emozioni e relazioni che si instaurano, camminando fianco a fianco e conoscendosi meglio, “walk and talk”, come dice il titolo del progetto, realizzato con il contributo della Fondazione Caritro.

“L’idea è nata dalla voglia di far conoscere le bellezze e le peculiarità del nostro territorio, non solo ai richiedenti asilo ma anche agli studenti fuori sede”, racconta Tommaso Mosna, del direttivo di Intrecciante, presentando l’iniziativa in diretta sulla pagina Facebook di Vita Trentina. “Chiedere ai partecipanti di realizzare dei video con cui raccontare l’esperienza era un modo per incentivare la partecipazione, oltre che avere alla fine un racconto sotto vari sguardi e punti di vista, aggiunge Mosna, che ricorda ancora benissimo l’escursione sul Monte Calisio, alla scoperta anche delle fortificazioni della Prima guerra mondiale, ma soprattutto quella sul Piz di Levico (foto accanto), durante il ritiro precampionato: “Un bel momento di convivialità e scoperta del territorio, a fare da sfondo ai due giorni di allenamenti di calcio e di scambio tra culture”. Se poi il campionato è durato solamente due giornate – “Due vittorie, nel 2020 siamo imbattuti”, ci tiene a dire Tommaso -, Intrecciante non ha sospeso le proprie attività, ponendosi il traguardo ambizioso del Film Festival: “Ci è sembrato doveroso utilizzare il materiale girato durante queste uscite: ne è venuto fuori un racconto corale molto interessante, che racconta la montagna da prospettive diverse, di persone diverse per provenienza geografica, storia, cultura e approccio”.

Per farlo si è rivelata preziosa l’esperienza di Alchemica. “Sara Cao è una documentarista, è abituata a dover condensare in pochi minuti progetti grossi”, spiega Virginia Sartori, presidente dell’associazione, ripercorrendo il percorso di Walk and Talk: “L’intero progetto si basa sui legami e le relazioni tra persone che non sono tutte provenienti da luoghi montani. Abbiamo voluto provare quindi a guardare la montagna attraverso i loro occhi: fin dall’inizio abbiamo promosso tra i partecipanti un corso sullo storytelling, in modo che, durante le escursioni, potessero loro stessi realizzare parti e porzioni del racconto, integrate dalle riprese di Sara e dalle sue interviste “a caldo”, per rilevare le impressioni più emotive sull’esperienza”.

Fondamentale il ruolo degli accompagnatori della Susat, come Ilaria Mazzeo, bravi non solamente a pianificare gli itinerari, ma soprattutto a formare i partecipanti: “Siamo partiti dal presupposto che per molti di loro era la prima volta in montagna, quindi abbiamo iniziato dalle basi, come la preparazione dello zaino. Pianificando le escursioni invece abbiamo cercato di unire l’attenzione all’ambiente montano e al territorio con la stoia e l’attenzione alla condivisione”. Quando si va in montagna, anche il camminare lentamente facilita l’incontro, spiega Ilaria, che pur confessando origini non trentine, si definisce adottata dalle nostre montagne: “Quando accompagno qualcuno per la prima volta sulle vette, mi dà grande soddisfazione vedere la sensazione di stupore che prova nel vedere dall’alto il mondo, magari la città in cui si vive. Una sensazione che ridimensiona un po’ il tutto”.

Nessuno si aspettava che “Walk and Talk! Con gli occhi dell’Altro” potesse essere selezionato dal Trento Film Festival: “Una grande soddisfazione”, la definisce l’accompagnatrice Susat, mentre Virginia Sartori è “orgogliosa e soddisfatta. Significa che quello che volevamo trasmettere con il nostro racconto è arrivato a destinazione. Tra la pandemia e le difficoltà organizzative non è stato facile, ma ci stiamo godendo questo orizzonte”.

L’orizzonte, visto dall’alto, si sposta sempre un po’ più in là: così accade spesso per quello di Intrecciante, che sulla passione basa i suoi percorsi di inclusione e che questa volta ha colpito nel segno, conclude Tommaso Mosna: “All’inizio alcuni ragazzi non capivano il senso dell’andare in montagna, ma poi l’esperienza è piaciuta talmente tanto che molti di loro si sono appassionati. C’è stata una ricaduta importante e ora vogliamo fare l’Intrecciante vertical team di corsa in montagna, con anche un paio di ragazzi richiedenti asilo. Sviluppare la passione, è questa la più bella soddisfazione”.

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