Lavoro, “il calo peggiore degli ultimi 15 anni”: i sindacati chiedono alla Provincia politiche attive

Il calo peggiore degli ultimi 15 anni“. Così Cgil, Cisl e Uil definiscono la situazione a livello occupazionale in Trentino. “Nemmeno la grande recessione del 2008 ha prodotto un tonfo così drammatico delle assunzioni”, sottolineano i sindacati, che chiedono che la Provincia non perda tempo e rilanci la crescita con politiche attive e sostegni al reddito per i lavoratori rimasti a casa, avviando una trattativa con il governo per le risorse del Recovery Fund.

“Siamo di fronte ad una situazione drammatica – dichiarano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Il calo di assunzioni incide pesantemente nel comparto del turismo e dei pubblici esercizi a causa del blocco della stagione invernale. Ma anche il settore industriale e manifatturiero ha visto una riduzione delle assunzioni e un saldo negativo, coinvolgendo in particolare i contratti a termine e quelli in somministrazione. E questo vuol dire che la crisi sta colpendo lavoratori più fragili, un comparto in cui l’occupazione è più frammentata, i redditi sono più bassi e minori sono le misure di protezione. Bisogna intervenire subito con misure tempestive per non rischiare una vera e propria emergenza sociale”.

L’Agenzia del Lavoro, nell’ultima nota mensile, ha mostrato come “negli ultimi dodici mesi le assunzioni si sono ridotte di 32mila unità e il saldo occupazionale, cioè la differenza tra rapporti di lavoro attivati e cessazioni, si attesta a -17.629″.

“Tradotto – riprendono Cgil, Cisl e Uil – vuole dire che tra gennaio e dicembre si sono perse oltre 17mila posizioni lavorative. Un dato così negativo non si è registrato nemmeno dopo la grande recessione seguita alla crisi economia 2007, né quando le misure di austerity dell’Unione Europea hanno imposto una forte frenata all’occupazione anche in Trentino”.

La situazione potrebbe ulteriormente peggiorare se il governo dovesse decidere di non prorogare il blocco ai licenziamenti. “E anche se le misure fossero confermate – aggiungono i sindacati – resta l’urgenza di individuare subito misure di intervento di medio lungo termine. Dobbiamo archiviare l’illusione che il Trentino uscirà da questa crisi velocemente. Non sarà così. Anche quando sarà conclusa l’emergenza sanitaria, peraltro ancora in essere, la nostra economia dovrà fronteggiare un periodo molto complesso. Ci auguriamo che ne prenda coscienza anche la Giunta provinciale, archiviando anche quell’atteggiamento di leggerezza che aveva portato l’assessore Spinelli appena due settimane a parlare di segnali importanti di ripresa. I dati lo smentiscono drammaticamente. Anche per questo è inaccettabile che nel 2020 la Giunta abbia garantito ai lavoratori sostegni pari al 0,035% del Pil. Una miseria”.

Il rallentamento del mercato del lavoro era già in atto nel 2019, “anche a causa di un immobilismo ingiustificato della Giunta sul piano delle politiche industriali e per l’occupazione”, riprendono i sindacati.

L’andamento del mercato del lavoro dimostrerebbe anche, come sottolineano Cgil, Cisl e Uil, “che poco o nulla ha inciso in positivo il permanere sempre in zona gialla“. “Abbiamo corso rischi enormi per la salute pubblica e comunque l’economia, se questo era l’intento, non ha ottenuto vantaggi significativi da questa strategia – aggiungono Grosselli, Bezzi e Alotti -. Interi settori sono rimasti comunque chiusi e comunque i lavoratori più deboli hanno pagato un prezzo altissimo”.

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