Langer, la pace e le minacce ambientali

Esistono persone che hanno negli occhi il futuro: quando guardano, vedono l’orizzonte dell’umanità prima ancora che esso venga. Anticipano l’alba; ancor prima che si formi, sentono il profumo della rugiada che si condensa in distillati di speranza sui fili d’erba della nostra storia. Camminano, solitari, lungo il filo sottile che separa da una parte disgrazia e rovina, dall’altra promessa e compimento. Trentatré anni fa Alex Langer, non ancora sommerso dalla tragedia della guerra nei Balcani, cercava una strada nuova per il pacifismo, ma anche per l’ecologia, un ponte tra queste due tensioni: “La causa della pace non può essere separata da quella dell’ecologia”, usciva infatti il primo aprile 1989 su Azione nonviolenta. In quello scritto Langer, si chiedeva se il pacifismo avesse ottenuto qualcosa di visibile nella sua storia, qualcosa che andasse al di là di qualche dichiarazione o di organizzazione di giornate dedicate al tema.

In questo parallelismo tra pace ed ecologia Langer vedeva una debolezza costitutiva che apparteneva a entrambi questi movimenti, una debolezza che rappresentava, a ben vedere, allo stesso tempo una forza: la necessità di rinunciare a qualcosa nell’immediato per goderne i frutti nel tempo. È un’azione controintuitiva, controcorrente, controsenso: è la via “per chi viaggia in direzione ostinata e contraria”, come direbbe Fabrizio De André, per chi ha imparato ad agire secondo i tempi di natura e non quelli del mercato e del profitto.

Il contadino che forza una pianta perché produca tanto e in fretta deve mettere in conto che quella pianta non nutrirà i suoi nipoti. E però, proprio guardando “alle ragioni del breve periodo, ecologisti e pacifisti non possono che apparire velleitari e sostanzialmente perdenti”, scrive Langer. Questa sorta di rinuncia al vantaggio immediato è a ben vedere solo apparentemente una rinuncia: è, invece, porre le basi perché il vantaggio non sia istantaneo e per pochi ma, al contrario, a lungo termine e per tutti.

Alexander Langer

Si tratta, in poche parole, di un investimento. È alle future generazioni, che i governanti devono pensare: non lo si scrive per retorica, ma per una questione di giustizia. È la stessa giustizia che reclama l’overshoot day (il giorno in cui la Terra consuma le risorse rinnovabili disponibili per un anno) che l’Italia ha già virtualmente superato il 15 maggio: da ora in poi, andremo avanti in debito di risorse energetiche, e ciò lo potremo fare solo perché c’è una maggioranza di popolazione mondiale che vive ben al di sotto dello stile di vita occidentale. E i dolorosi costi del conflitto che infiamma l’Europa – ne parleremo a Trento martedì sera in un confronto attento alla dimensione ecologica (QUI L’APPROFONDIMENTO) – rendono ancora più inderogabile una nostra presa di coscienza e di posizione.

L’enciclica Laudato si’ afferma convintamente che tutto è connesso: davvero pensiamo che violentando terre e popoli in un altro continente questo non causi conseguenze che ricadono su tutto il pianeta? Davvero pensiamo che accaparrarsi le risorse energetiche e le materie prime forzando e abusando terre e popoli non abbia delle ripercussioni negative su tutto il resto della nostra benedetta Terra? L’ingiustizia, lo sfruttamento e l’oppressione sono il combustibile sul quale prende facilmente fuoco la guerra; e sono, allo stesso tempo, le cause e gli acceleratori del fenomeno dei cambiamenti climatici. L’una e l’altra minaccia gravano sul capo dell’umanità, insieme.

Troppe volte abbiamo sentito dire che questo sistema affama, ammala e annienta; troppe volte abbiamo chiamato in causa la responsabilità verso le generazioni future; troppe volte abbiamo gridato che un altro mondo è possibile. È scoccata l’ora: invertiamo la rotta, convertiamo i nostri stili di vita, rinunciamo ora per avere dopo.

La nostra terra, madre e sorella, merita di essere custodita e non depredata e abusata: “Dalle mani di Dio abbiamo ricevuto un giardino, ai nostri figli non possiamo lasciare un deserto”, non si stanca di ammonire papa Francesco.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina