In Trentino la temperatura media è aumentata di circa 2 gradi in un secolo

In Trentino, come in tutte le Alpi, la temperatura media è aumentata di circa 2 gradi centigradi in appena un secolo. Un dato allarmante che conferma la preoccupazione rispetto al cambiamento climatico, vera e propria minaccia per la conservazione degli ecosistemi terrestri ma anche per il futuro delle nostre generazioni, che è stato presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, domenica 5 giugno, nell’ultimo Science Break del Museo Civico di Rovereto, analizzando le informazioni storiche dell’Osservatorio meteo di San Rocco, custodite presso la Fondazione Museo Civico.

Per poter analizzare e comprendere gli effetti su scala locale dei cambiamenti climatici in atto a livello globale risulta infatti indispensabile fare riferimento ai dati meteorologici raccolti in serie storiche. Per Rovereto, grazie alla stazione dell’ex convento dei frati di San Rocco, uno degli osservatori meteorologici storici più antichi d’Italia collocato nel centro della città, è possibile studiare le variazioni climatiche dal 1882 fino a oggi. Dalle analisi dei dati emerge una indiscutibile tendenza al riscaldamento, soprattutto negli ultimi 40 anni, a tutti gli effetti conseguenza dell’azione umana. Fenomeno che risulta ancora più amplificato sull’arco alpino a causa della riduzione della copertura nevosa. Le giornate con temperature estremamente elevate sono diventate tre volte più frequenti, mentre a bassa quota le notti estremamente fredde sono quasi scomparse.

“Questi dati rappresentano un tesoro inestimabile per comprendere i cambiamenti climatici in città. Quel che ne emerge è un’inesorabile tendenza al riscaldamento. Le ondate di calore sono aumentate nel numero e nell’intensità, evidenziando una preoccupante accelerazione negli ultimi trent’anni, mentre gli episodi freddi sono diminuiti in maniera del tutto speculare. Per quanto riguarda le precipitazioni (che ammontano a poco più di 1000 mm annui), non emergono trend significativi, ma gli accumuli nevosi medi si sono pressoché dimezzati nell’arco degli ultimi sessant’anni, passando da 39,5 cm a 20,3 cm stagionali”, ha spiegato Filippo Orlando, collaboratore dell’Area meteorologia del museo che da anni analizza i dati dell’Osservatorio: “Le variazioni climatiche del pianeta avvenute fino alla prima Rivoluzione Industriale sono attribuite dagli scienziati a cause naturali. Tuttavia, stando alle ricostruzioni del clima del pianeta, negli ultimi 3 milioni di anni non si era mai assistito a un aumento così repentino della temperatura media terrestre. Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change), le cause del riscaldamento globale risiedono inconfutabilmente nelle crescenti emissioni di gas serra nell’atmosfera terrestre imputabili all’attività umana”.

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