Italia Nostra sul crossodromo di Coredo: “Escludere da subito l’impattante azione dei motori”

Dopo della delibera del consiglio comunale di Predaia relativa alla parziale revoca della convenzione stipulata nel 2018 con il Moto Club Cles Valli del Noce per la gestione del crossodromo di Coredo, la sezione trentina dell’associazione Italia Nostra rilancia le sue perplessità sulla presenza di tale impianto, fonte di inquinamento acustico, in una zona del Trentino vocata alla frutticoltura e al turismo.

L’impianto sportivo, aperto nel 2018 a Coredo, in una conca che dà le spalle al paese e che invece si apre verso il territorio di Sanzeno dove, oltre a diversi nuclei urbani storici ed ampie zone residenziali di recente costruzione, sorge la Basilica dei SS. Martiri (a 500 m dal crossodromo) e il suggestivo Santuario di San Romedio (a 1 km dal crossodromo), è stato chiuso per 2 anni causa Covid ma ancora prima della pandemia, in occasione della seconda gara, era stato dichiarato inadeguato dai giudici di gara per l’inefficienza dell’impianto di irrigazione che doveva assicurare il contenimento delle polveri sollevate dalle moto, spiega Italia Nostra. “Ora a seguito dell’insistente richiesta di riapertura da parte del Moto Club, la nuova amministrazione comunale di Predaia ha deliberato di ricondurre le modalità di gestione dell’impianto nei limiti delle prescrizioni contenute nella Valutazione previsionale di impatto acustico (era previsto che l’attività doveva svolgersi 2 giorni alla settimana) ipotizzando per il futuro una riconversione del crossodromo in una struttura “green” per moto elettriche o bici: una presa di posizione che deriva da una coscienziosa analisi della problematica e delle condizioni prescritte in sede di valutazione dell’impatto sull’ambiente circostante”.

Secondo Italia Nostra, limitare l’uso dell’impianto sportivo a quanto prescritto dagli atti di valutazione è il minimo intervento necessario. Gli ambientalisti ritengono invece che sarebbe opportuno rivedere immediatamente le modalità di utilizzo escludendo già da subito l’impattante azione dei motori, a cui è già riservata una adeguata e funzionante struttura, che ospita competizioni anche internazionali, nella zona di Pietramurata. “Sulla possibilità di realizzazione di una simile struttura in quella zona, precedentemente inserita nel PRG in gran parte in “area a bosco” e parzialmente in “area agricola di pregio”, è lecito esprimere forti perplessità. Dall’analisi del Rapporto Tecnico emergono diverse incongruenze, tra queste il fatto che il rilevamento del livello sonoro prodotto da un simile utilizzo è avvenuto in sole 2 località del paese di Coredo (loc. Oselara e loc. Preda) che, per quanto detto sopra, è naturalmente protetto dall’orografia del luogo, mentre nessuna rilevazione è stata eseguita nelle zone geograficamente antistanti al crossodromo”, aggiunge Italia Nostra, che indica altri aspetti critici, come una sommaria e carente valutazione dell’impatto sulla fauna e avifauna e dai dati riportati nella “checklist di controllo” (solo per citare alcuni esempi: si risponde “NO” alle domande “ci sono aree o elementi di alto valore paesaggistico o scenico, o elementi di importanza culturale o storico, anche nei dintorni, che possono essere interessati dal progetto?”, “ci sono attività di utilizzo del suolo (es. case, giardini, proprietà private …. agricoltura, foreste, turismo …), anche nei dintorni, che possono essere interessati dal progetto?” “il progetto è localizzato in un’area visibile da molte persone?”).

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