Rinnovare sistemi obsoleti, introdurre modi nuovi di fare le cose, pensare fuori dagli schemi, modificare lo status quo per migliorare la vita di tutti: è questo il senso dell’“innovazione”. Un termine che ormai viene richiamato nei piani strategici e nei programmi di sviluppo di aziende e istituzioni pubbliche. Ma cosa vuol dire, in concreto, fare innovazione? E come si fa a calare questo concetto in buone pratiche, al di là degli slogan?
È quello che ha provato a delineare la R&D Management Conference, la conferenza europea più importante del settore innovazione che per la prima volta si è tenuta a Trento. Sono oltre 450 i partecipanti all’edizione che si è tenuta a Palazzo Prodi ospitata dall’Università di Trento. La conferenza è stata promossa dall’Ateneo trentino in collaborazione con Radma, fondazione britannica che gestisce il format della Conferenza e sponsorizza una delle riviste scientifiche di maggior impatto nel settore, l’R&D Management.
Questo appuntamento internazionale ogni anno chiama a raccolta chi ha interesse nell’innovazione in un’ottica davvero trasversale. “Sì, perché l’innovazione è trasversale, come lo è questa conferenza. Non riguarda solamente chi si occupa di economia e gestione aziendale, di informatica, di ingegneria e biotecnologie. Anche le discipline umanistiche, il diritto e la sociologia presentano ambiti di ricerca in grado di incidere profondamente sulle nostre vite e di spiegarne le implicazioni” spiega Alberto Nucciarelli, docente al Dipartimento di Economia e Management UniTrento e responsabile scientifico dell’edizione trentina della conferenza.
La scelta di far svolgere la conferenza sull’innovazione a Trento non è casuale “La città e in generale il territorio anche grazie alla presenza e alla spinta propulsiva dell’Ateneo trentino si sono costruiti oltre i confini nazionali una reputazione di comunità all’avanguardia, attente alle opportunità che si aprono grazie allo sviluppo tecnologico. Tutto questo senza dimenticare di mettere al centro la sostenibilità e il miglioramento della qualità della vita delle persone. È lo stesso approccio che abbiamo voluto proporre anche nella conferenza R&D che in questa edizione trentina sarà dedicata proprio all’innovazione al servizio delle persone e dei territori”.
Sullo sfondo rimangono le grandi questioni, da declinare, attraverso il confronto e il dialogo, in proposte da attuare anche su scala regionale: riscaldamento del pianeta, disuguaglianza nell’accesso alle risorse e nei diritti delle persone; ripresa dalla pandemia; gestione di uno sviluppo tecnologico sempre più pervasivo. L’attenzione della conferenza sarà su come declinare l’idea di innovazione in tutto ciò che riguarda la vita di cittadini e cittadine: “Fare innovazione per le persone significa migliorare la vita di tutti. Ma non solo. Vuol dire anche creare i presupposti perché tutti possano scegliere di essere sostenibili senza troppi sacrifici, senza spendere di più- prosegue Nucciarelli. In questo senso, la comunità scientifica, insieme alle istituzioni e alle imprese, deve lavorare su alcune direzioni precise: garantire sicurezza, promuovere l’informazione, lavorare sulla convenienza delle scelte sostenibili, anticipare e gestire le implicazioni della transizione tecnologica, tenere a mente l’obiettivo di un miglioramento della vita significativo e per tutti, preservare l’ambiente dall’impatto delle scelte economiche e sociali. In definitiva, collaborare per consegnare un pianeta e una società migliore alle prossime generazioni”.
Dopo un fine settimana dedicato alle attività rivolte a dottorandi e dottorande da tutto il mondo, la conferenza è entrata nel vivo con l’avvio delle tre sessioni plenarie a Palazzo Prodi. La prima sessione plenaria è stata dedicata all’innovazione per le persone con un focus sul settore biomedico in cui è discusso dello sviluppo di vaccini e farmaci. Si è parlato anche di alimentazione del futuro concentrandosi su come garantire un equo accesso alle risorse alimentari, come ridurre l’impatto della produzione di cibo sull’ambiente e come trovare modi nuovi di nutrirsi, ad esempio attraverso alimenti sostitutivi come la carne creata in laboratorio.
La seconda sessione si è occupata invece di innovazione per i territori. I temi affrontati hanno riguardato lo sviluppo territoriale, l’impatto degli investimenti economici sull’ambiente e le ricadute per le comunità. Si parlato di digitalizzazione, leadership sul territorio, impatto della transizione tecnologica sui territori, di sviluppo di cluster di innovazione, di educazione ma anche di rispetto dell’inclusione e della diversità nei processi di Innovazione. In questa sessione sono intervenuti alcuni massimi esperti di “entrepreneurship” e “regional economics” a livello internazionale.
La mobilità sostenibile è stato il tema portante dell’ultima plenaria, che porterà al centro la relazione tra le persone e i territori. Questa sessione, la più orientata al dialogo con il mondo imprenditoriale, ha visto la comunità accademica e scientifica a confronto con i rappresentanti di alcune grandi realtà produttive del territorio, che presentano casi di studio e hanno posto spunti di riflessione. Erano presenti Alperia, Autostrada del Brennero Spa, Gruppo Dolomiti Energia e Cassa centrale Raiffaisen.
Hanno completato il programma di R&D Conference le sessioni parallele, pensate per approfondire le tematiche proposte attraverso la presentazione di progetti e la discussione su tavoli specifici
di ricerca. Quattro le macroaree proposte: Platforms and ecosystems; Innovation and digital transformation; People and territories; Entrepreneurship and SMEs (Small and medium-sized enterprises). Ad esse sono dedicati i 420 lavori di ricerca organizzati in 38 linee di discussione.
Lascia una recensione