L’autrice di “Lolita Lobosco” Gabriella Genisi a Lavarone presenta un giallo sul caporalato

Gabriella Genisi, conosciuta per aver inventato il personaggio di Lolita Lobosco, sarà a Lavarone il 9 agosto

Gabriella Genisi, autrice di Lolita Lobosco, conosciuta per la fiction su Rai 1, arriva a Lavarone martedì 9 agosto per la rassegna “Incontri d’Autore”, promossa dalla biblioteca Sigmund Freud e dal Comune.

Al centro dell’incontro, l’ultima fatica letteraria di Genisi, nelle librerie da marzo 2022: “Terrarossa”. A dialogare con l’autrice, alle 17.30 in Piazza del Municipio di Gionghi di Lavarone, sarà la giornalista Emanuela Macrì.

Lolita Lobosco, ha spiegato Genisi, nasce dopo che le capitano tra le mani “un paio di libri di Andrea Camilleri e del suo Salvo Montalbano“. Un personaggio, quindi, che l’autrice ha immaginato “come la versione femminile del commissario siciliano“. Femminile e in “salsa pugliese”.

La commissaria ha avuto successo grazie alla serie televisiva trasmessa in prima serata su Rai 1 e diretta da Luca Miniero, dove Lobosco è interpretata dall’attrice Luisa Ranieri.

Genisi ha scelto di usare il genere del giallo per raccontare le avventure di Lobosco “perché permettere di raccontare, toccare, approfondire i temi del sociale e quelle criticità della nostra società, senza la necessità di un contesto troppo serio o di un genere quale il saggio. Permette di denunciare calando nel quotidiano drammi sociali quali il traffico di sostanze tossiche, la violenza di genere, l’intolleranza verso lo straniero o verso chiunque venga percepito come altro, diverso”.

Dopo 8 libri, Genisi è arrivata a “Terrarossa”, dedicato – come si legge in terza pagina – “a Paola Clemente. Vittima di caporalato”. “Una storia che ha colpito allora ed ha portato al varo di una legge contro il caporalato – spiega l’autrice -. Una tragedia terribile ma, perlomeno, non inutile. Anche se c’è ancora molto da fare. Le notizie che si ripetono, quotidianamente, lo confermano.”

Una storia di pura invenzione su uno sfondo di drammatica realtà. Con un omicidio mascherato da suicidio, un’imprenditrice che lotta per il diritto ad un mondo lavorativo pulito e onesto e un profumo di salsa al pomodoro che fa contraltare all’odore pungente dello sfruttamento e delle ingiustizie che arrivano ogni giorno sulle nostre tavole insieme ad alcuni prodotti della terra.

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