Pellegrinaggio a Lourdes, i partecipanti: “Un’emozione. Dopo 2 anni avevamo voglia di tornarci”

I pellegrini si sono incontrati questa mattina in Lungadige Monte Grappa, a Trento

È un’emozione, perché dopo due anni che non ci andiamo avevo voglia di ritornarci”. Questa è solo una delle voci dei 179 pellegrini della diocesi di Trento che sono partiti questa mattina, venerdì 2 settembre, alla volta di Lourdes per il 102esimo pellegrinaggio diocesano. Un momento che era stato sospeso a causa del Covid, e che per questo era ancora più atteso dai pellegrini.

Tra i partecipanti ci sono anche 21 ammalati. “Persone ammalate anche seriamente, con grosse patologie, – ha spiegato Mariagrazia Forti, responsabile degli infermieri – che però a Lourdes acquistano una serenità e la voglia di andare avanti nella loro difficoltà. È una fatica per noi, sia nella preparazione sia una volta arrivati lì. Nei momenti liberi, che magari sono a mezzanotte e per solo un quarto d’ora o dieci minuti, vado alla grotta a ringraziare e a pregare. Lì trovi la forza di andare avanti”.

Sono 179 i pellegrini partiti alla volta di Lourdes. Tra loro 21 ammalati accompagnati da medici e infermieri

Ci infatti anche medici, operatori sanitari e volontari tra le persone partite per Lourdes. “Io ci vado perché mi piace come stanno i malati a Lourdes – dice il medico Silvia Chemotti -, se fa bene a loro andare va bene anche per noi che li assistiamo. Mi piace per quel motivo lì. Non penso di tornare indietro malati guariti, però loro si sentono sollevati, protetti e assistiti. Tanto da un ‘potere’ più alto ma un pochettino anche da noi. Il fatto che siano sollevati dalle loro sofferenze è già sufficiente per spingere noi ad andarci”.

Li guida l’arcivescovo Lauro Tisi, con altri cinque preti che curano l’assistenza spirituale. “Riparto contento – ha sottolineato l’arcivescovo Tisi – per il fatto che questa lunga attesa, soprattutto dei malati, può realizzarsi. Tornare a Lourdes, tornare a pregare, a chiedere a Maria la forza per affrontare la sofferenza. Torno poi per domandare per la nostra Chiesa il dono di nuove vocazioni, uomini e donne che si mettono a disposizione del Vangelo, e lo chiedo anche in relazione alla comunità vocazionale che aprirà ad ottobre con alcuni giovani della Diocesi. Voglio infine affidare a Maria don Ivan, in quest’ultima settimana in attesa della sua ordinazione episcopale: il dono dello Spirito possa essere per lui motivo di forza e di pace”.

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