Alberi nel Fersina, sono un pericolo? Rispondono i Bacini Montani

Una foto del Fersina in questo periodo

Chi in queste settimane si è trovato a passeggiare sul lungo Fersina, magari in cerca di un po’ di refrigerio per sfuggire alla calura estiva, non avrà potuto fare a meno di notare la folta vegetazione cresciuta all’interno dell’alveo del torrente. La chioma degli alberi, soprattutto in via Trieste, arriva a intrecciarsi con quella degli ippocastani, creando una sorta di galleria naturale. Ma al di là della suggestiva macchia verde che crea per l’occhio un rilassante diversivo a strade e condomini, alcuni cittadini sono preoccupati: la vegetazione potrà costituire un pericolo concreto, quando la portata del Fersina, quest’autunno, sarà ben maggiore rispetto a quella attuale?

Una domanda che abbiamo girato a Lorenzo Malpaga, dirigente del Servizio Bacini Montani, cui compete la gestione dei corsi d’acqua provinciali per gli aspetti di prevenzione degli eventi alluvionali. “La vegetazione attualmente presente nel tratto cittadino del Fersina non può aggravare gli effetti del passaggio di eventuali ‘piene’ torrentizie: si tratta infatti di specie – salici, ailanti, ecc – dotate di buona flessibilità, destinate a flettersi in occasione delle piene, e le cui attuali dimensioni, sebbene in altezza alcune piante superino di gran lunga la sommità degli argini, non destano preoccupazioni per quello che viene definito il ‘regolare deflusso delle acque’”.

Le specie che si trovano sul lungo Fersina sono dotate di buona flessibilità

Malpaga, si tratta dunque di una situazione che il Servizio Bacini Montani sta tenendo monitorata?

Verifichiamo annualmente la situazione della vegetazione presente nel torrente Fersina a Trento e non solo, e interveniamo nel momento in cui riteniamo che le sue ‘dimensioni’ possano effettivamente ostacolare il regolare deflusso delle piene.

Che frequenza hanno gli interventi di taglio?

Normalmente hanno frequenza quinquennale, tant’è che gli ultimi sono stati effettuati nel 2012 e nel 2017. Il prossimo è quindi programmato per il tardo autunno
di quest’anno o per l’inverno 2022/23.

Ma perché intervenire in quel periodo e non già ora?

Lo ripeto, ora non esiste alcun concreto pericolo in caso di piena torrentizia; inoltre, il Servizio Bacini Montani deve tenere conto degli aspetti naturalistici: l’estate e la primavera sono i periodi meno indicati per il taglio della vegetazione, poiché coincidono con il periodo della nidificazione e riproduzione dell’avifauna. Salvo casi particolari, si evita quindi di effettuare tagli in queste stagioni.

D’estate la vegetazione presente nell’alveo può essere percepita in maniera differente rispetto ai mesi autunnali?

È un risvolto interessante: vista in estate, con le foglie appese ai rami, sembra abbondantissima; la medesima vegetazione, vista in inverno senza il verde, offre una percezione assai differente: è molta meno di quel che ci sembrava in estate! Le foglie per altro non creano alcun problema nei corsi d’acqua come il Fersina; il problema è semmai rappresentato dai tronchi e dai rami, le cui proporzioni devono però risultare ben maggiori di quelle che osserviamo oggi all’interno dell’alveo del torrente.

Un ulteriore risvolto riguarda il diverso atteggiamento dei cittadini rispetto alla vegetazione nel Fersina: chi ne vorrebbe vedere in abbondanza, chi invece si preoccupa perché secondo lui ce n’è troppa. Come vi muovete?

Sotto questo profilo il Servizio Bacini Montani cerca di mantenere una posizione d’equilibrio: preleva ogni cinque anni – nel caso del Fersina – le piante di maggiori dimensioni e rilascia le più piccole, consapevole del fatto che esse arricchiscono l’ambiente sotto molti punti di vista. Le piante però hanno un ‘difetto’: crescono, e quindi vanno periodicamente tagliate! Anche per questo alcuni Comuni in Trentino, per ragioni paesaggistiche – e non di sicurezza idraulica! – hanno chiesto di
poter intensificare la frequenza dei tagli e si sono fatti carico di effettuare loro stessi la “manutenzione del verde”. È il caso, ad esempio del Sarca presso Ponte Arche o del rio Ruìna a Strembo.

La crescita di vegetazione arborea e arbustiva nell’alveo del Fersina a Trento è un fenomeno del tutto naturale?

Prima di rispondere, dobbiamo ricordare che la portata del Fersina è da decenni fortemente impoverita a causa delle numerose derivazioni idroelettriche presenti lungo il suo corso. Se il Fersina potesse ospitare la sua portata naturale, l’acqua invaderebbe l’intero fondo del torrente e la crescita di vegetazione risulterebbe assai più limitata. Ma oggi nelle nostre case arriva – grazie alle acque del Fersina – l’energia idroelettrica che alimenta le varie apparecchiature che ‘migliorano’ la
nostra vita. È uno dei numerosi paradossi dell’epoca in cui viviamo. Ecco perché i Bacini Montani devono impegnarsi a “regolare” ogni cinque anni la vegetazione presente nel Fersina a Trento.

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