Caro energia, i sindacati contro la giunta Fugatti: “Con l’Autonomia si può fare di più e meglio”

Un aumento del 60% del costo dell’energia elettrica che porta ad un raddoppio secco delle bollette della luce per le famiglie nell’arco di quest’anno.

In media una famiglia spenderà 1.300 euro rispetto ai 600 dell’anno scorso. “Sono cifre da far tremare i polsi – commentano i segretari provinciali di Cgil Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Allotti – che mettono in serissima difficoltà molte famiglie di lavoratori e pensionati. Per questa ragione ogni tentennamento o indecisione della giunta Fugatti in questa fase appare incomprensibile e ingiustificabile. L’Autonomia può e deve dare una risposta forte a questa emergenza, partendo dalla classe media. Godiamo di prerogative che altre regioni non hanno e possiamo fare di più e meglio di quanto la giunta Fugatti abbia fatto fin qui”.

Secondo le tre sigle sindacali, “è inutile ripetere all’infinito che l’Autonomia non basta, è solo una giustificazione per nascondere le proprie difficoltà. Stare fermi o assumere misure sbagliate è il contrario di esercitare le prerogative di autogoverno. Di fronte ad uno scenario tanto drammatico, servono responsabilità e scelte coraggiose coinvolgendo tutte le parti sociali per individuare insieme gli interventi indispensabili a contrastare lo shock energetico in atto”.

In primo luogo, secondo i sindacati andrebbe modificato il bonus di 180 così come definito due settimane fa. ”Il bonus bollette va rivisto per dare risorse in primo luogo a chi ha redditi medio-bassi e non può sopportare un aumento di quasi 700 euro di bollette elettriche in un anno”, sostengono i sindacati. “La cosa più efficace su questo fronte è integrare il bonus energia statale per non disperdere inutilmente risorse e coprire con sostegni significativi una platea più ampia di famiglie della classe media, a partire dai pensionati e dai nuclei senza figli che fino ad oggi non hanno ricevuto nulla”.

Senza correttivi che vadano nella direzione di una maggiore equità e una gradualità della misura in base ai redditi, secondo i sindacati si rischia di sprecare 40 milioni di euro e non avere alcun impatto sociale reale.

E’ chiaro, secondo i sindacati, che in questo momento di grave crisi dei prezzi le risorse del fondo di riserva straordinario, i famosi 100 milioni di euro, non saranno sufficienti se davvero si vogliono sostenere famiglie ed imprese. “Bisogna quindi valutare anche di riorientare la spesa per gli investimenti – incalzano Grosselli, Bezzi e Alotti – e soprattutto mettere mano alle risorse disponibili nel bilancio provinciale visto che da anni si registrano avanzi di amministrazione crescenti che, nel 2021, sono arrivati a 300 milioni, per favorire il contenimento dei costi dell’energia per le imprese e per accelerare sulla realizzazione delle infrastrutture indispensabili al potenziamento delle rinnovabili e sull’efficientamento energetico”.

Investimenti che avrebbero anche una funzione anticiclica visto il rallentamento del Pil confermato dal governo nell’ultima versione della nota di aggiornamento al Def. “E se tutto ciò non bastasse non si escluda di sospendere l’avvio di qualche opera stradale, per dirottare quelle risorse su altri obiettivi legati all’emergenza energetica. Va cambiato anche l’indirizzo dei fondi europei Fesr puntando su energie rinnovabili e transizione ecologica invece che sul digitale. Lo avevamo suggerito, ma come spesso accade siamo rimasti inascoltati. Adesso non c’è più tempo da perdere”, concludono.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina