“Basta armi nucleari, voce all’Onu”: a Roma la manifestazione nazionale per la pace

Roma, 5 novembre, dall’inviato – Le migliaia di persone giunte oggi a Roma con decine tra treni speciali e autobus per la grande manifestazione per la pace convocata dalla coalizione “Europe for Peace” cominciano a convergere in piazza della Repubblica. Da qui tra poco meno di un’ora partirà il corteo alla volta di piazza San Giovanni in Laterano, dove a partire dalle 14.30 verranno rilanciate le richieste condivise nella Piattaforma di convocazione: “L’Italia, l’Unione Europea, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco”, chiedono i promotori, ribadendo con forza la necessità di “convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso”.

Confortano le organizzazioni che hanno promosso la manifestazione le parole del card. Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI,  nella sua “Lettera a chi manifesta per la pace”, indirizzata ai promotori.

“Non possiamo rimanere fermi”, scrive Zuppi. “Alcuni diranno che manifestare è inutile, che ci sono problemi più grandi e spiegheranno che c’è sempre qualcosa di più decisivo da fare. Desidero dirti, chiunque tu sia – perché la pace è di tutti e ha bisogno di tutti – che invece è importante che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace. Poi ognuno farà i conti con se stesso. Noi non vogliamo la violenza e la guerra. E ricorda che manifesti anche per i tanti che non possono farlo”.

Non vogliamo abituarci alla guerra e a vedere immagini strazianti”, prosegue Zuppi, ricordando anche “quanta violenza resta invisibile nelle tante guerre davvero dimenticate”. Il dolore per l’orrore della guerra, per le vittime “diventa un grido di pace”, conclude il cardinale, richiamando che la pace “mette in movimento. È un cammino”.

Lo sanno bene i tanti che sono qui in piazza. Molti di loro sono mobilitati da mesi, da quel 24 febbraio giorno dell’aggressione russa all’Ucraina, per portare aiuti, sostenere e soccorrere la popolazione ucraina, condannando l’aggressore, rispettando la resistenza ucraina, stando a fianco delle vittime. Ma rifiutando la logica della guerra e scegliendo la nonviolenza.

Oggi lo ripeteranno dal palco allestito in Piazza San Giovanni: c’è urgenza di percorsi di pace e di disarmo a partire da politiche nonviolente e di protezione delle vittime.  Lo diranno gli attivisti del Movimento pacifista ucraino e gli obiettori di coscienza russi, lo ribadiranno le voci delle associazioni e dei movimenti che hanno promosso la manifestazione,  denunciando l’impatto devastante a lungo termine delle guerre e delle armi e richiamando la necessità del disarmo nucleare, tra  i punti chiave della Piattaforma di “Europe For Peace”. In collegamento ideale con i  presidi e le mobilitazioni che nelle stesse ore sono in corso in molte altre città italiane.

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