Italia, UE e migranti tra realtà e propaganda

Una recente protesta sulle coste nordafricane. EPA/MOHAMED MESSARA Foto AgenSir

Il più grave problema dell’Italia in questo momento è l’incapacità di spendere i tanti soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) varato dall’Unione Europea per rilanciare le economie in crisi a causa della pandemia. Ma si fa credere che il più grave problema sia quello dei disperati che cercano un rifugio. Sui migranti si nascondono grandi verità e si esagerano episodi secondari.

Come l’incidente accaduto il 9 giugno scorso su una nave turca al largo di Napoli, venduto all’opinione pubblica, con aperture drammatiche dei notiziari radiotelevisivi, come un tentativo di dirottamento ad opera di terroristi. Sventato dai nostri reparti speciali. Il tutto si è però sgonfiato rapidamente. Nessun dirottamento, nessun terrorista. Hanno mobilitato due elicotteri militari e il battaglione San Marco contro… due migranti con dei taglierini. Penoso e ridicolo. Ma i cittadini, almeno i più, non l’hanno saputo. Che importa? I profughi non contano nulla. Ma servono per la propaganda. Per distrarre il cittadino dai problemi più gravi. La sanità peggiora, ma ci sono due migranti col taglierino e l’Italia è in pericolo. I soldi europei non li spendiamo. Ma ci sono due migranti col taglierino…

Esagerare e nascondere. Una delle verità più evidenti nascoste dalla propaganda è che la stragrande maggioranza dei profughi che sbarcano sulle nostre coste non rimane in Italia. Va, nelle settimane o nei mesi successivi allo sbarco, in un altro Paese. Un esempio. In Svizzera ci sono più di 30.000 profughi eritrei scappati dal regime militare. Molti di loro sono passati prima attraverso l’Italia. Nel nostro Paese ci sono molti meno eritrei che in Svizzera. Dalla Siria, altro esempio, sono scappati 7 milioni di profughi. Alcune decine di migliaia sono transitati per l’Italia, ma da noi ne sono rimasti poche migliaia. Così gli afghani. I siriani e gli afghani che approdano da noi vanno in Germania o in altri Paesi del Nord. C’è una ricollocazione naturale dei rifugiati i quali vanno, naturalmente, dove hanno familiari, parenti, amici, comunità di connazionali.

Guardiamo la geografia europea dei richiedenti asilo. La brutale aggressione della Russia all’Ucraina, iniziata il 24 febbraio dello scorso anno, ha costretto 6 milioni di ucraini a fuggire dal Paese. In Italia ne sono stati accolti 170 mila. Il nostro Paese accoglie poi altri 200 mila profughi, secondo i dati 2021 delle Nazioni Unite. Ma l’Austria, di profughi non ucraini, ne accoglie 180 mila, l’Olanda 116 mila, la Francia 575 mila, la Germania 1 milione e 500 mila, la Grecia 150 mila, il Belgio 100 mila, la Svezia 250 mila.

Non è vero, perciò, che siamo quelli che accolgono più profughi. I profughi arrivano e i più se ne vanno. Lo si vede anche dalla presenza di stranieri in generale. Sono l’8,7% della popolazione residente nel nostro Paese, non il 20 o il 30 per cento come tanti credono, grazie alla propaganda (a parte il fatto che in Italia si cercano disperatamente stranieri per occupare decine di migliaia di posti di lavoro vuoti). La percentuale di stranieri in Austria è del 17%, in Belgio del 12,6, in Germania del 12,7, in Spagna dell’11,3. E tengono in piedi le economie e il sociale. Comunque, sono più che da noi.

La realtà è una cosa, la propaganda un’altra. Anche l’accordo a livello europeo raggiunto l’8 giugno scorso dai ministri dei 24 Paesi è diventato occasione di propaganda. Innanzitutto, perché dovrà essere approvato dal Parlamento europeo e ci vorranno mesi. Poi perché restringerà le possibilità di ricollocamento naturale dei migranti, come è stato in questi anni, e ciò renderà la vita più difficile ai migranti che approdano da noi ma che hanno una meta altrove. Si parla, invece, di 30 mila migranti obbligatoriamente ricollocati nei vari Paesi. Chi non li vuole, pagherà 20 mila euro a migrante che dovrebbe accogliere. Ma la cosa più grave, che viola il diritto internazionale, è che i singoli Paesi potranno rimandare indietro subito, alla frontiera, chi ritengono non abbia titolo alla protezione. Noi potremmo ricacciare nella Libia dei lager un nigeriano. Proprio mentre l’Onu denuncia ancora una volta le torture e le violenze che i migranti subiscono in Libia. Stiamo difendendo i valori umani e cristiani europei o li stiamo calpestando? Non chiedetelo alla propaganda.

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