Profughi, immigrati e… Spirito Santo

Un gruppo di profughi provenienti dai campi di detenzione in Libia arrivato in Italia con i corridoi umanitari il 1° luglio

Ho una certa qual venerazione per il vecchio catechismo, soprattutto là dove i suoi asserti hanno un indiscutibile riferimento al Vangelo. Elencava, ad esempio, i “peccati contro lo Spirito Santo”. I peggiori. E, soprattutto, imperdonabili.

Non perché la misericordia divina sia limitata, ma per il motivo che chi li commette, si ostina a negarli e a rifiutarne la responsabilità. È agli scribi e farisei che Gesù dice: «Tutto sarà perdonato ai figli degli uomini… ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna» (Marco 3,28-29). La tradizione cristiana ha poi stilato l’elenco dei “peccati contro lo Spirito Santo”. Uno suona (se pure con linguaggio a noi desueto) in questi termini: “Impugnare la verità conosciuta”… e un altro: “Ostinazione nel Male”. Mi si dia pure dell’eccentrico, o del cantore fuori dal coro, ma mi sono tornati alla mente questi riferimenti al solo vedere sui giornali la foto della troika europea, smagliante di sorrisi, che in Tunisia ha sottoscritto l’ennesimo accordo per il contenimento di migranti e profughi (all’elevato prezzo di consistenti aiuti economici europei, senza i quali quel Paese rischia il fallimento).

Personalmente, più che a quello che si vuol far credere, do fiducia a chi ha ancora l’audacia di lottare per i dritti umani di tutti, senza discriminazioni di sorta: all’Unicef, ad esempio, che racconta di centinaia di bambini annegati nel Mediterraneo solo nei mesi di quest’anno, non pochi dei quali galleggianti come pupazzi di pezza sulle sue acque-cimitero; credo alle Ong d’ogni genere che prestano soccorso nonostante divieti e penalizzazioni; alle ristrette associazioni umanitarie esistenti anche in Tunisia, che parlano di profughi e immigrati maltrattati nei lager o riportati nel deserto a morire di sete tra le prime sabbie che incontrano…

Ebbene, in un’Europa come la nostra, dove certe nazioni paiono simpatizzare per sovranismi e populismi che quasi senza eccezioni rivendicano patenti di “cristianità”, forse non è superfluo ricordare che “impugnare la verità conosciuta” equivale a bestemmiare contro lo Spirito Santo. Quella verità è senz’altro la somma di quei crimini sopra accennati e ben noti, ma è soprattutto la spettacolare pagina evangelica di Matteo 25,31-46 nella quale Gesù Cristo – come in un testamento finale – detta i punti chiave sui quali saranno giudicati non solo i cristiani ma tutti gli uomini: le opere di misericordia, appunto, verso chiunque si trovi in situazioni di bisogno. E quel «giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia» (Giacomo 2,13).

Mi chiedo se anche l’affermazione di apparente buon senso secondo cui “non possiamo accogliere tutti” non abbia a che vedere con la bestemmia contro lo Spirito Santo. Infatti, come si può ignorare la criminale e illimitata possibilità nel commercio delle armi (principale causa a monte di interminabili fughe di profughi) o le patenti ingiustizie e soprusi che caratterizzano i rapporti commerciali con il Sud del mondo (motivo a loro volta di situazioni di miseria che costringono all’emigrazione)? Continuare a ritenere leciti comportamenti criminali, ma non l’accoglienza delle vittime di quei comportamenti, equivale (a suo modo) ad un “impugnare la verità conosciuta”, ad una vera e propria “ostinazione nel Male”. In altre parole: bestemmia contro lo Spirito Santo.

Quel giorno in cui il giudizio preannunciato nel Vangelo di Matteo diventerà realtà, non basterà dire a Gesù Cristo “noi siamo cristiani”. Son quasi 2000 anni che conosciamo l’affermazione del grande Ignazio d’Antiochia: “È meglio esser cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo”. Sant’Agostino, dal canto suo, lo ribadisce in altri termini (nel trattato “De Baptismo” per chi volesse verificare): “Molti che sembrano esser dentro (la Cristianità), in realtà sono fuori; mentre molti, che sembrano fuori, sono dentro”. Sì, noi cristiani abbiamo almeno un buon motivo in più per lottare a difesa dei diritti umani: non possiamo permetterci di bestemmiare contro lo Spirito Santo.

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