Il fiemmese Matteo Malfer nominato Ambasciatore Italiano dello Sport Universitario: “Lo sport deve essere ponte tra le nazioni”

Matteo Malfer

Dal 9 settembre, Matteo Malfer, fiemmese, ventuno anni appena compiuti, è stato nominato Ambasciatore italiano dello Sport Universitario 2023/2024, diventando così il quinto rappresentante del nostro Paese dal 2017, anno nel quale è nato il programma.

Matteo, un bell’onore.

“Sì, anche perché sono il più giovane di sempre e sono il primo trentino; la nomina è arrivata dopo una serie di manifestazioni di interesse, colloqui orali e lettere motivazionali. Poter rappresentare gli studenti sportivi universitari, portando in alto il movimento italiano, aggiunge a questa nomina un grande senso di orgoglio ma soprattutto un grande senso di responsabilità”.
Sei stato nominato da pochi giorni. Quali i prossimi passi?
“Ho già partecipato ad alcuni eventi con i precedenti ambasciatori, dando il mio primo saluto ai volontari dei Campionati nazionali universitari da poco conclusi a Camerino. Già il 20 settembre si festeggia poi la Giornata Internazionale dello Sport Universitario. Entro la fine di ottobre dovrò presentare il mio “piano d’azione” con le proposte e gli obiettivi che vorrò attuare durante questo mio mandato. Ogni mese inoltre parteciperò e contribuirò a creare delle sessioni educative online riguardanti temi legati allo sport. In generale fungerò da collegamento tra la FISU, la FederCUSI, i singoli CUS, Centri Universitari Sportivi, e le comunità studentesche, sensibilizzando gli studenti sul movimento sportivo universitario e promuovendo i valori dello sport anche attraverso i social media”.

Quali obiettivi ti poni?

“Il primo è quello di vivere intensamente questo anno dal quale spero di apprendere molto, allargare gli orizzonti e confrontarmi con molte persone nel nome dello sport come strumento di dialogo. In secondo luogo, mi aspetto di creare una fitta rete di amicizie con tanti colleghi provenienti dai vari CUS italiani e con molti altri rappresentanti i vari paesi del mondo. Mi piacerebbe inoltre comprendere se questo mondo potrà essere un ambito di approfondimento accademico e professionale. Vedo infatti diversi sbocchi futuri, anche nell’organizzazione dei grandi eventi sportivi con un’attenzione particolare al rapporto tra sport e relazioni internazionali. Di fatto significherebbe collegare e creare un ponte tra le mie due grandi passioni: quella dello sport e quella del percorso universitario che sto affrontando, ovvero quello diplomatico. Mi piace infatti pensare allo sport come strumento in grado di superare le barriere culturali e politiche, diventando un mezzo di diplomazia e unione tra le nazioni”.

Perché secondo te è importante lo sport universitario?

“Promuovere un format di carriera che sposa sia lo studio sia l’attività sportiva, senza barriere ed esaltando quindi la diversità, la parità di genere, le etnie e le religioni è di fondamentale importanza soprattutto nel passaggio decisivo dei giovani all’età adulta.
Oltre a questo, diversi studi dimostrano che praticare sport migliora di gran lunga il rendimento scolastico ed accademico. In particolare, gli studenti che praticano sport all’aria aperta rispondono meglio ai test standard per le funzioni di memoria e apprendimento. Mens sana in corpore sano non è solo uno slogan ma uno stile di vita”.

Come valuti il movimento trentino?

“La nostra provincia, come ben noto, si caratterizza per una forte pratica sportiva da parte della popolazione, si tratta di un successo che ha origine dalla consolidata vocazione sportiva del territorio e dai continui investimenti fatti nel settore. In particolare, anche l’Università di Trento attua un programma a sostegno della Dual Career denominato “Top Sport”, un progetto nato nel 2011 come primo in Italia. Alzando lo sguardo oltre i nostri confini provinciali, mi affascina la prospettiva di rappresentare tutti i 49 CUS italiani, creando sinergie e collegamenti”.

Cosa significa per te la possibilità di rappresentare, come Ambasciatore, l’Italia a livello mondiale?

“Poter rappresentare il variegato mondo composto da più di 2 milioni di studenti universitari italiani è per me motivo di grande orgoglio che, incrociato alla mia costante voglia di scoprire e conoscere nuove persone, eventi ed attività, spero mi permetta di coinvolgere ancor più la comunità universitaria (ma non solo) a favore della pratica sportiva. Fondamentale è inoltre il fatto di poter vivere un’esperienza con giovani di altre parti del mondo, con i quali lavorare, studiare, confrontarmi e condividere idee sullo sport a tutto tondo”.

Sei anche tu uno sportivo: quale esempio per i giovani, per far crescere il movimento?

“Sono cresciuto in una famiglia dove i valori dello studio e della cultura e al contempo dello sport praticato e seguito in prima persona sono stati dei capisaldi della mia educazione. Per me, praticare sport, seguirlo e approfondire storie legate a questo mondo è qualcosa di naturale. Per me lo sport è stato e continua ad essere, soprattutto uno stile di vita: alimentazione corretta, momenti trascorsi all’aperto, miglioramento di me stesso anche come persona e poi come studente. Spero quindi che lo sport possa continuare a darmi queste sensazioni, forti e belle. L’esempio viene quindi dagli adulti prima di tutto, dalla famiglia, dalla scuola, dagli allenatori e dai volontari. Anche io quindi cercherò di portare e trasmettere queste sensazioni, questi valori, perché sono convinto che lo sport e l’esperienza sportiva in generale è crescita, conquista passo dopo passo, amore, passione, rispetto delle regole e spirito di sacrificio”.

Un piccolo gioco per concludere l’intervista: dicci cosa significa per te lo sport in tre parole.

“Passione, stile di vita e divertimento”.

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