Ginnastica artistica, il sogno (azzurro) di Lorenzo Holneider

Da Rimini è tornato con tre medaglie al collo. Il titolo nazionale agli anelli, l’argento alla sbarra e la medaglia di bronzo alle parallele. Lorenzo Holneider ha 17 anni, gareggia nelle fila Ginnastica Trento. “Sinceramente non me lo aspettavo”, ci racconta con l’umiltà e la semplicità di chi sa che per raggiungere un grande risultato ci vuole serietà e impegno e, soprattutto, “molti sacrifici a livello fisico e mentale”.

Una lezione che Lorenzo sta imparando giorno dopo giorno, da quando, nel 2000, all’età di 5 anni, è salito per la prima volta sulla pedana, seguendo le orme del fratello maggiore. In poco tempo arrivano le prime vittorie, anche a livello nazionale, nei campionati UISP, l’incremento di livello e l’agonismo vero e proprio con la serie C, fino ad arrivare a quel 24 giugno da segnare con il circolino rosso sul calendario, con il tris ai nazionali Silver.

Che, ci auguriamo, non sarà un punto d’arrivo. “Cominci per gioco, poi capisci che questo non è uno sport per tutti. Se lo fai, lo fai per sempre”, rilancia il giovane trentino che, in poche parole, riesce a riassumere bene lo spirito di questo sport. “In gara sei solo, non c’è nessuno, ma quando ci si allena si è assieme agli altri, si fa gruppo”.

In palestra – “qui da noi mancano strutture adeguate alla ginnastica artistica!” , ci fa notare – ci sta quattro giorni alla settimana, tre ore e mezzo di sudore e fatica alla volta. E lo studio? “Nessun problema”, risponde con sicurezza il ginnasta che ha concluso da pochi giorni la terza liceo al Da Vinci. “Il senso degli allenamenti è questo: cercare di superare me stesso con esercizi sempre più difficili. Poi, magari, arrivi in gara e sbagli, ma lo devi accettare perché fa parte del gioco: puoi solo provare e riprovare”.

Come ogni giovane sportivo, anche Lorenzo ha i suoi miti: su tutti Igor Cassina, medaglia d’oro ai giochi olimpici di Atene e un salto che porta il suo nome, e Yuri Chechi, dominatore della specialità degli anelli negli anni Novanta, “che ho incontrato a Fai della Paganella”. E ancora, nel femminile, la campionessa Vanessa Ferrari, “un po’sfortunata con i suoi tanti bronzi sfiorati”, sottolinea Lorenzo. “E c’è anche Mattia Tamiazzo: è stato in nazionale e ora si allena a Padova. Quando ci si allena assieme, ricevo volentieri le sue correzioni e i suoi consigli”.

E l’azzurro? “Difficile, perché nella serie Gold il livello è altissimo, la concorrenza serrata”, risponde Lorenzo che nonostante sia abituato a volteggiare in aria sfidando le leggi della fisica, dimostra di avere i piedi ben piantati a terra. “In futuro mi piacerebbe allenare, centrando qualche successo importante a livello nazionale che contribuirebbe ad allargare il movimento della ginnastica anche tra i più giovani”.

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