Due imperi e due ideologie ferocemente contrapposti

Secondo Di Bernardo, non ci sono che due soluzioni al conflitto russo-ucraino: un accordo o la ricaduta nelle cosiddette guerre “giuste” e “sante”

Lo spunto

Lo stallo in cui si trova il conflitto russo-ucraino conduce a due possibili alternative: trovare un accordo per il cessate il fuoco o avviarsi verso la terza guerra mondiale. Per la prima soluzione sono necessari: un forte realismo politico e l’abbandono di atteggiamenti ideologici. Uno sforzo che dovrebbe essere ispirato dal principio di tolleranza che riconosce a gruppi umani differenti il diritto di esercitare la propria concezione dell’uomo, della vita, del mondo. Se così non fosse l’umanità ricadrebbe nelle guerre “giuste” e “sante” che tante sofferenze le hanno procurato. La seconda soluzione condurrebbe alla vera Prima guerra mondiale, poiché coinvolgerebbe tutti i popoli di tutte le regioni del pianeta Terra. Inoltre, alle armi convenzionali si aggiungerebbero anche quelle costruite con virus, batteri, terremoti, maremoti e uragani prodotti artificialmente, il cui esito distruttivo sarebbe imprevedibile. Due imperi contrapposti, quello dell’Occidente e quello dell’Oriente si affronteranno anche e soprattutto per far trionfare la concezione dell’uomo che essi propugnano, il liberalismo contro il totalitarismo. Ogni individuo dovrà decidere quale delle due scegliere per il suo futuro, che significa quali valori oggettivi della società, condividere. La sua scelta potrebbe non coincidere con quella del suo governo e lo schieramento che vincerà esprimerà l’Uno-dio che governerà il pianeta terra.
Giuliano Di Bernardo

Il più recente libro del prof Giuliano Di Bernardo “Liberalismo contro totalitarismo, due antropologie a confronto per la conquista del pianeta Terra”, è stato presentato il 15 novembre presso la sala della Sosat, in via Malpaga a Trento. Si tratta di un libro affascinante nella sua narrazione, per la ricchezza di spunti e informazioni che offre, ma inquietante e per certi versi terribile per la lucidità con cui esamina la prospettiva davanti alla quale il mondo si trova: quella di un conflitto tragico, generalizzato, suscettibile di por fine all’umanità per come si sono svolte le ultime fasi dell’evoluzione di Homo sapiens, divenuto tanto “sapiente” attraverso la scienza e la tecnologia da sentirsi quasi onnipotente come un dio (ecco il richiamo all’“uno-dio”) e quindi portato con la forza a stabilire “lui” ciò che è bene e ciò che male, giusto e ingiusto e a portarlo avanti “per tutti” anche con la forza, come la cronaca delle guerre nel mondo, dall’Ucraina a Gaza sta confermando. Di Bernardo è professore di Filosofia della scienza presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento e l’interesse del suo libro sta innanzitutto nell’approccio antropologico-filosofico, non ideologico, che caratterizza la sua “narrazione”, come egli la definisce, ma sta anche nell’avere, a sostegno della “narrazione”, informazioni di prima mano, spesso riservate e certo non a tutti accessibili, essendo egli stato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, con il compito di riaprire e riportare le logge della massoneria liberale negli stati dell’ex Unione sovietica (e fra questi l’Ucraina), dove il comunismo le aveva abolite. I contatti avuti in queste occasioni e le relazioni intessute nei suoi viaggi rivelano scenari che aiutano a capire la durezza della guerra in corso, ma anche la possibilità di far derivare le guerre da due diverse antropologie, fra un mondo che per brevità è possibile chiamare “Occidente” e il mondo delle visioni d’Oriente, caratterizzate dalle filosofie dell’induismo, del buddismo, del confucianesimo, filosofie “pratiche”, come le definisce Di Bernardo, perché privilegiano i comportamenti, le relazioni, le responsabilità verso la famiglia e lo stato, rispetto all’individualismo basato sui “diritti” personali.

Giuliano Di Bernardo rivendica, per i suoi studi, la sua dedizione civile, la sua azione e la sua testimonianza “illuminate”, una posizione di netto e tollerante liberalismo, non certo totalitaria, ma non può nascondersi i pericoli che un liberalismo affidato a una “democracy” imposta, invece che condivisa, o divenuta strumento di egemonia di una grande potenza, nasconde. I pericoli disgreganti e anche violenti che essa cela. La sua diventa quindi una riflessione a 360 gradi su ciò che le apparenze celano, una narrazione dell’attualità con le finestre aperte sul futuro, un tassello della sua opera di ricerca più completa che si basa sugli studi di antropologia e filosofia che riguardano l’evoluzione umana (“Il futuro di Homo sapiens”), la funzione delle religioni e dei movimenti iniziatici antichi e moderni (come l’orfismo e la massoneria), il ruolo delle classi dirigenti in una società dominata dalla tecnologia (gli “Illuminati”), i limiti e le tolleranze verso le diversità di vita e di visione che l’uomo deve sapersi imporre nelle sue relazioni politiche e civili, in un mondo che riuscirà a rendere l’uomo (e la donna) veramente liberi, quando li affrancherà dalla paura di una distruzione di massa, dalle intolleranze, dai pregiudizi. Quando il pianeta Terra cesserà di essere conquistato e tornerà ad essere amato.

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