Consiglio provinciale, fumata nera per la presidenza. Tonina: “In questo momento non c’è condivisione sul nome”

Venerdì 24 novembre – Prima seduta del Consiglio provinciale di Trento della XVII legislatura. Foto (c) Gianni Zotta

Si è conclusa questa mattina con un nulla di fatto la prima seduta del Consiglio provinciale di Trento della diciassettesima legislatura. E’ toccato al consigliere Mario Tonina (Patt) comunicare la mancanza di accordo sul nome del Presidente (o della Presidente) del Consiglio che avrebbe dovuto essere eletto una volta esaurite le formalità procedurali. “Non ci sono le condizioni – ha detto Tonina intervenendo sul punto – in questo momento per presentare all’Aula un o una candidato Presidente del Consiglio provinciale. Dalla prossima seduta sono certo che si troverà condivisione”.

Ad aprire i lavori assumendo la funzione di Presidente temporanea dell’Aula era stata la consigliera più anziana, Lucia Coppola (Alleanza Verdi e sinistra), evidenziando il dato positivo di un maggior numero di donne presenti nel consesso provinciale rispetto alla precedente legislatura, ma sottolineando in negativo la scarsa partecipazione al voto del 22 ottobre. Alla vigilia della Giornata  internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Coppola ha espresso la vicinanza dell’Aula alla famiglia di Giulia Cecchetin, il cui ex fidanzato Filippo Turetta, accusato del femminicidio, è in carcere in Germania, e alle 126 donne “uccise per mano maschile da mariti, compagni, ex, nel corso del 2023, che non è ancora terminato”.  Il femminicidio, ha ricordato Coppola, è fenomeno strutturale, non emergenziale, e richiede pene certe e un lavoro culturale ed educativo, auspicando poi che la politica sappia ascoltare i giovani che nelle scuole e nelle università “ci richiamano all’impegno individuale e collettivo”. Si è poi costituita la Presidenza provvisoria dell’Aula, con i consiglieri più giovani, Luca Guglielmi (Fassa) e Mirko Bisesti (Lega), che hanno affiancato la Presidente Coppola.

Dopo l’appello e il giuramento dei consiglieri di fedeltà alla Repubblica Italiana, si è passati al secondo punto all’ordine del giorno, l’elezione del Presidente del Consiglio provinciale.

Mario Tonina (Patt), prendendo per primo la parola, ha spiegato che al momento non ci sono le condizioni per procedere all’elezione. “In quest’Aula – ha detto – in certi momenti sono utili le mediazioni”.

E’ intervenuto poi il consigliere Francesco Valduga (entrato in Consiglio quale candidato presidente della coalizione Alleanza Democratica e Autonomista) . “Ci troviamo obtorto collo ad accettare una sospensione dei lavori perché, sia ben chiaro, voi della maggioranza non siete pronti, non certo perché non c’è condivisione da parte della minoranza consigliare. A più di un mese dalle elezioni che hanno consentito alla maggioranza uscente di proseguire il proprio lavoro, ci troviamo a subire una situazione che è frutto di beghe personali, di personalismi, di dinamiche ed equilibrismi tutti romani, che poco hanno a che fare con la nostra tradizione di autogoverno. E’ il tempo dell’unire e non del dividere. La buona politica sta là, non nei piccoli tatticismi. Noi come minoranze vi aspettiamo là. Ne ha bisogno il Trentino, ne hanno bisogno quelli che non vi hanno votato e quelli che vi hanno votato. Basta alibi”.

Il consigliere Alessio Manica (capogruppo del Partito Democratico), pur apprezzando il tentativo di Tonina di riportare dentro l’Aula la ricomposizione della questione, ha espresso disappunto per “l‘incapacità della maggioranza” di trovare un’intesa sul nome del Presidente del Consiglio provinciale, figura, ha rimarcato, che dovrebbe essere costruita nel dialogo anche con la minoranza. “Così umiliate l’Aula”, ha concluso, non senza evidenziare l’anomalia della presenza sugli scranni consigliari “di due assessore nominati con decreto (Claudio Cia e Francesca Gerosa,ndr) che siedono lì perché c’è un conflitto in maggioranza” e l’altrettanto anomala presenza, sui banchi della giunta, di una consigliera, Giulia Zanotelli, “che oggi non è assessora, perché quel decreto non la può contemplare”. Zanotelli dovrebbe entrare in giunta in qualità di “tecnico” esterno, ma – come ha ricordato Manica – dovrà prima dimettersi da consigliera “e questo Consiglio dovrà accettarne le dimissioni”.

Paola Demagri nel suo intervento ha sottolineato la responsabilità della maggioranza per non aver saputo individuare un nome condiviso da proporre alla Presidenza dell’Aula. “Oggi ai trentini offriamo uno spettacolo indegno”, stigmatizzando anche lei il fatto che la consigliera Zanotelli sedesse nei banchi della giunta. “Indecoroso. Sono stati più coerenti i due assessori che si sono seduti nei banchi consigliari”, ha concluso, offrendo la disponibilità della minoranza a confrontarsi sul nome del futuro Presidente del Consiglio provinciale.

Filippo Degasperi (Onda) ha ricordato che è passato un mese dal voto e, nonostante una legge elettorale provinciale che dovrebbe garantire la governabilità, siamo in questa situazione. Il pallino è della maggioranza, ha evidenziato rimandando ai numeri.

Roberto Paccher (Lega), evidenziato il clima collaborativo dell’Aula, ha sottolineato che “non è la prima volta che alla prima seduta non si elegge il Presidente del Consiglio provinciale”, ricordando che nella passata legislatura “per la contrapposizione tra maggioranza e opposizione per ben tre anni l’Aula si ha avuto un vicepresidente”. La sospensione dei lavori, ha concluso, potrà consentire di concertare e condividere il candidato o la candidata che possa rappresentare tutto il Consiglio provinciale per i prossimi cinque anni.

Vanessa Masè (La Civica), dopo aver ricordato che il tema della violenza contro le donne ha visto lavorare maggioranza e minoranza insieme nella passata legislatura, ha lanciato l’idea di fare una foto di tutte le 14 consigliere provinciali accanto alla “sedia vuota” collocata all’ingresso dell’Aula in vista della Giornata  internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,

Il consigliere Christian Girardi (Fratelli d’Italia) ha detto di comprendere le posizioni delle minoranze, ma si è anche detto convinto che un supplemento di tempo possa essere visto anche in maniera positiva.

Claudio Soini (Noi Trentino per Fugatti presidente) ha ricordato che non è la prima volta che la seduta viene sospesa, ribadendo l’importanza di “condividere tutti assieme la figura del presidente del Consiglio che per i prossimi cinque anni dovrà rappresentare tutta l’Aula in maniera imparziale”.

A conclusione degli interventi dei consiglieri, preso atto che non sono state presentate candidature per la presidenza del Consiglio provinciale, la Presidente temporanea Lucia Coppola non ha potuto fare altro che sospendere la seduta e aggiornarla a giovedì 30 novembre alle 10.

A margine dei lavori d’Aula, il Presidente Maurizio Fugatti ha confermato che non intende retrocedere sulla scelta di concedere a FdI o due assessorati o la vicepresidenza. Il commissario provinciale di FdI, Alessandro Urzì, dal canto suo, ha ribadito che “i patti preelettorali prevedevano l’assegnazione a noi della vicepresidenza della Giunta provinciale e un numero di assessori corrispondente al risultato elettorale. Senza FdI la coalizione non avrebbe ottenuto il premio di maggioranza“.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina