La violenza di genere è tortura, lo dice il Diritto. Il monitoraggio degli studenti di UniTrento

La presentazione del progetto Sis_DiRe nella Sala Targetti di Palazzo Prodi a Trento. Nella foto: Marco Pertile, Beatrice Argentero, Martino Sottana, Antonella Veltri, Elena Biaggioni. ©UniTrento ph. Federico Nardelli

Perché la violenza di genere può configurarsi come tortura. E quali implicazioni ne derivano per il diritto. A spiegarlo sono studenti e studentesse della Scuola di Studi internazionali dell’Università di Trento nel rispondere al primo dei tre quesiti posti loro dall’associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. Le altre tematiche riguardavano la giustizia riparativa e le misure di protezione della vittima.

Una novantina di pagine, dense di riferimenti ai sistemi giuridici dei vari paesi del mondo, per fare un monitoraggio internazionale sulla violenza di genere e sulle iniziative per arginarla. È corposo e articolato il fascicolo consegnato nelle mani dell’associazione D.i.Re, rete nazionale di 87 organizzazioni di donne che gestiscono 106 centri antiviolenza e 62 case rifugio. Con circa 21mila donne ascoltate in un anno e quasi tremila attiviste impegnate sul territorio italiano.

Nel documento, che porta il titolo “Legal Opinions on Gender-Based Violence by the Students of the School of International Studies” (CLICCA QUI PER SCARICARLO – pdf), studenti e studentesse hanno scritto i tre pareri legali richiesti loro su questioni scottanti per affrontare il fenomeno in modo più mirato. Infatti, forniscono all’associazione spunti utili per le azioni da intraprendere alla luce della possibilità di classificare la violenza di genere come tortura, dell’opportunità di ricorrere a programmi di giustizia riparativa come la mediazione familiare nei casi di violenza sulle donne e dell’efficacia delle misure temporanee di protezione, dal braccialetto elettronico all’accoglienza della vittima in luoghi protetti.

I pareri legali sono l’esito del progetto di didattica basata sull’approccio della sfida (challengebased learning), finanziato dall’Ateneo di Trento, che ha coinvolto studenti e studentesse del corso tenuto da Marco Pertile, professore di Diritto internazionale, con tutor Giulia Cagol, dottoranda di Studi giuridici comparati ed europei, in dialogo con l’associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.

I risultati deI progetto sono stati illustrati oggi 29 febbraio in occasione della visita all’Università di Trento della presidente di D.i.Re, Antonella Veltri, e di avvocate dell’’associazione, che ha deciso di condividere sul sito https://www.direcontrolaviolenza.it/ questi pareri come strumenti di approfondimento a disposizione di persone e realtà impegnate nel prevenire e contrastare la violenza di genere.

La riflessione sul fenomeno della violenza di genere proseguirà fino al 28 marzo con gli incontri “Women in International Affairs 2024”, organizzati dalla Scuola di Studi internazionali nell’ambito del protocollo di intesa UniCittà tra Comune di Trento e Università di Trento. L’iniziativa è rivolta alla comunità universitaria e alla cittadinanza. Il ciclo ha preso il via oggi con Antonella Veltri.

Le prossime date saranno: giovedì 7 marzo alle 17.30 a Palazzo Geremia con una tavola rotonda sul ruolo delle donne negli affari internazionali; martedì 12 marzo alle 14.15 a Palazzo Prodi con la conferenza “A Critical Assessment of the Women-Peace-Security Agenda” e giovedì 21 marzo alle 17.30 a Palazzo Prodi con la presentazione del libro “Portraits of Women in International Law. New Names and Forgotten Faces?” (entrambi in lingua inglese); giovedì 28 marzo alle 17.30 a Palazzo Geremia l’incontro con Emanuela Del Re, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Sahel e già viceministro per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale.

Tutti i dettagli nel programma sul sito della Scuola di Studi internazionali: www.unitn.it/sis.

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