“Gente felice”, il volontario dell’Orto aperto della Clarina Francesco: “Il volontariato aiuta ad avere un occhio sul bene della comunità”

Francesco Benanti, 30 anni, educatore, vive da sempre in Clarina e da sempre frequenta il mondo dell’associazionismo. Tra le sue molte esperienze di volontariato, anche in giro per il mondo, spicca quella all’Orto Aperto in Clarina, un orto comunitario in cui la cura della terra è accompagnata da momenti di relazione e scambio. La sua storia è stata raccolta dall’ufficio stampa del Comune di Trento per la campagna “Gente felice”, lanciata in occasione di Trento capitale europea ed italiana del volontariato 2024.

Francesco, come ha iniziato la sua attività di volontariato?

Durante i primi anni delle superiori ho iniziato a fare volontariato in ambito parrocchiale, come animatore di campeggi estivi, arrivando poi a fare esperienze all’estero, in Sud America, tramite il Centro Missionario. Il mondo del volontariato ha quindi accompagnato la mia vita a partire dall’adolescenza e non l’ho mai abbandonato. Penso che il volontariato abbia anche influenzato la scelta di quello che è il mio lavoro oggi, nel mondo del sociale e come educatore professionale.

È in quest’ottica che è nato Orto Aperto?

Sì, Orto Aperto è nato perché, oltre al fatto che avevo e ho tutt’ora l’hobby per il verde e la passione per l’agricoltura, nutro anche un forte interesse per il sociale. Il mio sogno è aprire un’azienda agricola sociale, che unisce quindi il mondo dell’agricoltura ad altri aspetti della vita comunitaria, come avviene anche presso l’Orto Aperto. Qui, negli anni, è cresciuta una comunità che si è presa a cuore ciò che noi abbiamo iniziato. Passo dopo passo, semino dopo semino, è cresciuto un gruppo molto forte che unisce persone da tutte le parti della città di Trento che hanno idee, voglia di fare, desiderio di ritrovarsi nell’attività agricola e orticola ma soprattutto di sviluppare relazioni.

Come e quando è nato Orto Aperto?

L’Orto Aperto è nato nel 2019. Io e altri sette amici – con cui sono cresciuto fin dalle elementari – abbiamo letto una proposta del Comune di Trento che metteva a disposizione uno spazio verde nel quartiere della Clarina, dove vivevamo, che era andato degradandosi e non aveva vita. Visto che eravamo tutti accomunati dall’interesse di legare il mondo agricolo a quello sociale, abbiamo deciso di unire le nostre competenze in questo progetto. All’inizio non è stato facile perché era un’idea che non combaciava perfettamente con il Patto di collaborazione proposto dal Comune. Inoltre abbiamo avuto qualche difficoltà per recuperare l’acqua e le attrezzature necessarie a far crescere l’orto. Poi fortunatamente abbiamo ingranato. Purtroppo, solo un anno dopo, è scoppiata la pandemia e molte delle attività si sono fermate. Per noi, però, l’Orto Aperto è stata una salvezza perché ci ha permesso di uscire all’aria aperta.

Quali sono le attività organizzate?

L’Orto aperto è per scelta diviso in due: una prima parte dove ci sono le piantine e una seconda parte lasciata alla socializzazione, con panchine e tavole per sedersi e chiacchierare. In generale, gli obiettivi su cui si fondano l’Orto e le sue attività sono tre: socializzare, coinvolgere realtà del territorio e informare. Per socializzare abbiamo pensato agli aperiorto, dei veri e propri aperitivi in Orto, oltre a concerti e altri momenti di intrattenimento; per il coinvolgimento, sono state organizzate molte attività con le scuole del quartiere; infine, abbiamo programmato degli incontri con esperti a tema agricolo e non solo. A questo, si affianca un’attività agricola che segue le stagioni, con la messa a dimora delle piantine, la costruzione di un semenzaio, la raccolta di tulipani…

Cosa le dà il fatto di impiegare il suo tempo per un’attività del tutto gratuita?

La bellezza delle relazioni che si creano, che nascono spontaneamente, ma che si possono coltivare prendendosi del tempo. Il volontariato aiuta ad avere un occhio su un bene più grande, sul bene della comunità, per svilupparla, per aiutare a costruire relazioni, a portare avanti un ideale insieme, un sogno, per qualcosa di importante.

Le vite di tutti sono sempre più frenetiche, come fa a trovare il tempo?

Le agende sono fitte, sì, ma trovare il tempo per stare all’aria aperta e respirare aria diversa da quella della giornate lavorative, dà una grande mano. A ciò si aggiunge la bellezza del ritrovarsi, il sapere di non essere soli e di volersi davvero impegnare in qualcosa che si è visto nascere. È importante dedicare del tempo allo stare insieme, anche con persone che altrimenti non avrei conosciuto, per rigenerarsi, stare bene con sé stessi, con la natura e con gli altri.

Fare volontariato mi rende felice perché…

Si respira e si coltivano relazioni important

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