La morte di don Vittorio Cristelli, il cordoglio delle Acli Trentine

Don Vittorio Cristelli

“Un amico, un educatore, un intellettuale al servizio della sua comunità”. Così il presidente delle Acli Trentine, Luca Oliver, ricorda don Vittorio Cristelli, scomparso oggi (24 aprile), che ebbe una lunga collaborazione giornalistica con il mensile del movimento, che allora ai chiamava “Mondo del lavoro” ed oggi “Aclitrentine”.

“Ricordare la vita e la testimonianza terrena di don Vittorio Cristelli significa per le Acli ricordare un sacerdote schierato dalla parte degli ultimi, della fede praticata piuttosto che predicata. Un amico sempre vicino al nostro movimento a partire dagli entusiasmanti anni del Concilio Vaticano II, passando attraverso la dolorosa fase delle separazione dal collateralismo democristiano fino alle battaglie per il miglioramento del mondo del lavoro, per la costruzione dello stato sociale e la difesa della democrazia”, scrive Oliver. E prosegue: “Ricordare don Vittorio significa inoltre ricordare un intellettuale impegnato sul fronte della pace, della mondialità e dell’integrazione, ma anche un formatore e collaboratore della nostra Scuola di Comunità, un educatore capace di connettere l’impegno cristiano con la promozione umana e l’emancipazione dei più poveri”.
Oliver ricorda poi come, a partire dai primi anni Novanta, dopo l’allontanamento della direzione di Vita Trentina, don Vittorio avesse avviato una collaborazione giornalistica con il mensile del movimento, che allora ai chiamava Mondo del lavoro ed oggi Aclitrentine: “Attraverso la rubrica “Il Picchio”, Cristelli portava nel dibattito dell’associazione il vento nuovo della società multietnica, delle sfide dello sviluppo sostenibile e della pace, senza risparmiare sferzate all’associazionismo e al terzo settore allorquando anche gli enti intermedi si adagiavano sul quieto vivere, rinunciando al ruolo di critica e, nel caso delle Acli, di “sentinelle della democrazia”. Ci mancheranno la sua capacità di analisi, i suoi richiami senza sconti, la sua capacità di coniugare l’analisi e la riflessione profonda con la proposta operativa e l’azione sociale”.

“Anche per questo – conclude Oliver – intendiamo ribadire che il migliore dei modi per ricordarlo rimane quello di proseguire sulla strada dell’impegno quotidiano per lo sviluppo umano e solidale della nostra comunità coltivando la speranza per un mondo migliore, per la pace e la solidarietà”.

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