Europei di atletica: Battocletti è d’oro anche nei 10.000

foto Fama/FIDAL

Dopo la strepitosa vittoria nei 5000 metri, Nadia Battocletti si regala – e regala a tutti i tifosi azzurri – anche la medaglia d’oro nei 10.000, coronando un Europeo di atletica da incorniciare, a poche settimane dall’appuntamento olimpico. Un risultato straordinario, che porta l’atleta originaria della Val di Non a battere il record italiano sulla distanza, con 30:51.32, quattordici secondi in meno del 31:05.57 siglato dalla compianta Maura Viceconte nel 2000, e a diventare la quarta donna nella rassegna continentale – la prima azzurra – a vincere 5000 e 10.000 in una sola edizione dopo Sonia O’Sullivan (1998), Elvan Abeylegesse (2010) e Yasemin Can (2016).

Una gara condotta in maniera perfetta da Nadia Battocletti, con la partenza che dà la sensazione di un déjà vu di quattro giorni fa. In avvio è la slovena Klara Lukan la locomotiva di tutta la prima parte di gara: 3:07.68 ai 1000, 6:11.06 ai 2000, 9:15.40 ai 3000, 12:21.47 ai 4000, 15:28.50 a metà del cammino, quando alle sue spalle ci sono solo Nadia Battocletti (Fiamme Azzurre), Federica Del Buono (Carabinieri), l’olandese Diane Van Es e le britanniche Eilish McColgan e Megan Keith. Nel sesto chilometro si ferma McColgan mentre a inseguire in solitaria è un’ottima Elisa Palmero (Esercito). Nel settimo chilometro la prima scossa: Battocletti prende il comando e il ritmo si ravviva, con Del Buono e Lukan che si staccano. Restano in tre davanti, con Keith a dare il cambio alla campionessa d’Europa dei 5000 metri, Van Es subito in scia e Del Buono sorniona alle spalle del tandem inseguitore. Al penultimo giro arriva la progressione decisiva di Nadia Battocletti: è gioco, partita, incontro Italia, a mandare in visibilio lo stadio Olimpico, con un ultimo chilometro da 2:53.54.

“Mi sono divertita davvero tanto. Ho affrontato i 5000 in modo più aggressivo – la trentina confronta le due vittorie di Roma – e qui mi sono promessa di divertirmi. In questo stadio vivo tutto come una meraviglia. Penso di aver fatto un salto di qualità dopo i Mondiali di Budapest: si impara molto di più dalle sconfitte che dalle vittorie. Senza sudore, senza sacrifici, senza sforzi non si ottiene nulla: sono entrata in una dimensione diversa ispirandomi alle più forti mezzofondiste del mondo, che spaziano dai 1500 ai 10.000. Grazie allo staff medico della federazione: dopo i 5000 ho avuti tanti piccoli problemini, dalle vesciche a un orzaiolo. Il presidente Mattarella era particolarmente emozionato, è stata una situazione particolare, suggestiva”.

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