Negli ultimi tre anni l’agricoltura italiana ha pagato un conto di 20 miliardi tra emergenze climatiche, epidemie e attacchi della fauna selvatica, aumento dei costi legato alle tensioni internazionali, con le imprese agricole sempre più in difficoltà a far fronte all’attività quotidiana di garantire l’approvvigionamento alimentare al Paese. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della presenza di 250 agricoltori davanti al Commissariato del Governo di Trento per sensibilizzare il Governo ad accelerare nell’erogazione degli aiuti sulle assicurazioni e ad agevolare una riforma del sistema della gestione del rischio, che proprio a causa degli effetti dei cambiamenti climatici si è trovato a dover fronteggiare situazioni mai vissute prima.
Basti pensare che il valore assicurato delle produzioni agricole – ricorda Coldiretti – per l’anno 2024 ha raggiunto i 10 miliardi di euro per circa 65 mila imprese agricole.
Coldiretti chiede uno sblocco di almeno il 70% dei pagamenti di 80 milioni di euro delle assicurazioni agevolate delle annualità 2022 e 2023. Inoltre, segnala l’associazione di categoria, non sono state ancora aperte le domande 2024 per tutte le imprese agricole, bloccate per il rinnovo del sistema informatico. Un problema che rischia di aggravare ulteriormente la situazione, tanto che Coldiretti ha chiesto di aprire subito anche quelle per il 2025 una volta risolto il problema.
Necessari anche il pagamento di Agricat sulla base dei nuovi conteggi rivisti e l’apertura immediata delle domande 2024 e 2025. Per fare ciò serve mettere in piedi una task force in Agea entro il mese di gennaio con la collaborazione dei Caa di coordinamento per la soluzione dei problemi. Ma è auspicabile anche coinvolgere la Provincia di Trento, che già ha sostenuto il settore nel recente passato, per garantire ulteriori risorse economiche per la gestione del rischio. Una volta fatto fronte alle emergenze, occorrerà infine – conclude Coldiretti – lavorare a una profonda riforma delle agevolazioni del sistema assicurativo per l’agricoltura.