L’allarme dei sindacati: “In Trentino accoglienza allo sbando, a pagare sono ospiti e operatori”

Alcuni migranti accolti in una parrocchia del Trentino

Cgil e Cisl lanciano l’allarme sulle condizioni di ospiti e operatori nelle residenze che ospitano i migranti in Trentino: “Sono mesi che seguiamo con preoccupazione le “convulsioni” del sistema di accoglienza dei migranti del Trentino. Risulta ormai evidente che aver collocato fin troppi ospiti in “residenze” vetuste e limitate, aver tagliato i servizi, aver disseminato di incertezze il futuro degli affidamenti delle residenze Adige, Fersina e Brennero stia facendo collassare l’intero sistema. Al pregiudizio e all’incuria anche amministrativa di questi mesi, temiamo si stia affiancando un disegno sempre più evidente di fare sulla pelle dei richiedenti asilo e dei migranti un’indegna campagna elettorale”.

Secondo i rappresentanti dei due sindacati, Alberto Bellini per la FP CGIL del Trentino, Fabio Bertolissi per la Fisascat CISL del Trentino, “mantenere centinaia di persone con vissuti spesso difficili a strettissimo contatto, senza concrete attività di integrazione che li impegnino, in strutture spesso desolanti e desolate, senza certezze sul futuro anche prossimo (la residenza Adige chiude a fine aprile, dove andranno quelle famiglie?), con soggetti gestori in piena fase di disimpegno dati i tagli sostanziali alle risorse impiegate che rendono antieconomiche le specifiche gestioni, rende il clima in queste strutture insopportabile sia per gli ospiti, che ormai sfogano rabbia e noia in continui agiti violenti, che per gli operatori (o forse dovremmo dire per quelli che sono rimasti, visto che molti hanno da tempo lasciato un sistema visto senza futuro) che sono anche loro ormai vittime a pieno titolo di questa colpevole ed assoluta fase di disimpegno delle Istituzioni dall’accoglienza. In questo contesto, i gestori del servizio si trovano nella impossibilità di garantire le sufficienti tutele per la salute e per la sicurezza degli operatori, quale essenziale obbligo previsto dalla normativa vigente, che prescrive che siano i datori di lavoro a porre in essere le azioni preventive volte a contenere e/o abbattere i rischi di infortunio e malattia sul luogo di lavoro”.

FP CGIL e Fisascat CISL del Trentino, di fronte alla loro richiesta di risposte rapide e non ideologiche, spiegano non non aver ricevuto comunicazioni, “mentre gli episodi continuano a verificarsi (la settimana scorsa in residenza Brennero un accoltellamento, oggi nuovi disordini alla residenza Fersina) e gli operatori sono stremati, feriti, sconfitti. Almeno per il rispetto dovuto a questi lavoratori chiediamo un incontro urgente alle Istituzioni, Provincia e comune di Trento in primis, prima che siano gli operatori stessi a porre fine con le loro dimissioni in massa a questa inconcepibile ed inguardabile pagina di quel Trentino Solidale tanto celebrato nelle cerimonie e nei comunicati stampa ma che alla prova dei fatti pare aver davvero dimenticato come si sia solidale con gli ultimi”.

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