Dino Buzzati già nei primi anni Cinquanta aveva messo in guardia dal sovraffollamento turistico, con annesse macchine al seguito che salgono in quota, ai piedi delle vette dolomitiche. Contro quello che adesso, con anglicismo insopportabile, viene chiamato overtourism. Lo scrittore e giornalista bellunese – autore de “Il deserto dei Tartari”, “Un amore” e “Il segreto del Bosco Vecchio” – faceva specifico riferimento alle Tre Cime di Lavaredo, tra Bellunese e Alto Adige, che conosceva bene. Ma lo stesso ragionamento, allora come oggi, si potrebbe proporre per altre località. Di lì a poco, nel 1956, a Cortina si sarebbero svolte le Olimpiadi invernali.
Ora, alla vigilia di altre Olimpiadi invernali, quelle di Milano Cortina 2026, prende spunto da quelle considerazioni dello scrittore l’iniziativa, una tavola rotonda, del Coordinamento delle associazioni per l’ambiente e la legalità Alto Bellunese (tra cui Mountain Wilderness e Italia Nostra) dal titolo “La lunga visione di Dino Buzzati: le Tre Cime di Lavaredo assediate dalle auto”. L’incontro è in programma sabato 29 marzo ad Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno, nella sala consiliare del Comune, alle ore 17,30. Vi parteciperanno Georg Simeoni dell’Alperverein Sudtirol, Carlo Alberto Zanella, presidente del Cai Alto Adige, Luigi Casanova, presidente di Mountain Wilderness ma anche Renato Frigo, presidente del Cai Veneto e Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno.