Sono 13 i film in concorso alla 38esima edizione del Bolzano Film Festival che si svolgerà nel capoluogo altoatesino dal 4 al 13 aprile nelle sale del Filmclub di via Streiter. Film di finzione e documentari prodotti e coprodotti da società dell’arco alpino, dalla Francia alla Slovenia passando per l’Italia, la Svizzera, la Germania e l’Austria. Per quanto poi i registi possano essere originari di ogni dove.
“Un festival coerente e internazionale – ha sottolineato il direttore Vincenzo Bugno – il cui elemento ispiratore è la frontiera vista non come ostacolo ma opportunità”. Tra gli ospiti, lo scrittore Paolo Cognetti che presenta, nella sezione Special, “Fiore mio”, documentario sul monte Rosa ma anche l’attrice Alba Rohrwacher (da ricordare “Le occasioni dell’amore” di Stéphane Brizé) che riceverà il premio alla carriera insieme al regista tedesco Christian Petzold (“Undine”, “La scelta di Barbara”). Focus, poi, su Taiwan, con una minirassegna. Terra di frontiera, al centro degli appetiti cinesi e degli interessi commerciali marittimi americani.
Tra i film in concorso, “Balentes” di Giovanni Columbu racconta di un fatto singolare, realmente accaduto in Sardegna nel 1940 sotto il fascismo, il furto di alcuni cavalli da un allevamento militare mentre “Riefenstahl” del tedesco Andres Veiel si confronta con la figura della grande fotografa e documentarista compromessa con il nazismo. “April” della georgiana Dea Kulumbegashvili, già in concorso all’ultima Mostra di Venezia, ha per protagonista una ginecologa che pratica aborti clandestini. Film d’apertura sarà l’esordio dietro la macchina da presa della slovena Urska Djukic, “Little trouble girls”, che “immerge nel mondo dell’adolescenza e nelle prime esperienze di scoperta della propria sessualità”.
Tra le sezioni del Bolzano Film Festival, “Local heroes” con 16 tra lungometraggi, mediometraggi e corti che arrivano dall’Euregio, fra Tirolo, Alto Adige e Trentino. Del norvegese Dag Johan Haugerud si potrà vedere la trilogia “Dreams” (Orso d’oro a Berlino), “Sex” e “Love”. Alexander Kluge, uno dei maestri del nuovo cinema tedesco, sarà sullo schermo con “Cosmic miniatures” e “Primitive diversity”, “viaggi ironici e divertenti attraverso la storia e il futuro della tecnologia dell’immagine, della politica e delle imperfezioni umane”, così vengono presentati. “Il festival – riflette il direttore Bugno – è un luogo dove il pubblico può condividere emozioni, ansie, idee di cui oggi c’è un gran bisogno considerando l’imbarbarimento del nostro pianeta. La cultura resta un antidoto a questa deriva”. Programma completo: www.filmfestival.bz.it