Giubileo degli adolescenti, 1200 giovani trentini verso Roma. Il messaggio di Lorenzo Piffer: “La vita è un dono. Non sprecatela”

Credit: Gianni Zotta

“La vita è un dono. Non sprecatela. Vivetela pienamente”. È il messaggio lanciato nel Duomo di Trento da Lorenzo Piffer, il papà di Sara, la ciclista 19enne di Palù di Giovo che ha perso la vita a gennaio, ai 1200 giovani trentini partiti alla volta di Roma per il Giubileo degli adolescenti.

“L’ultima volta che sono entrato nel Duomo – ha ricordato – ero con Sara. Era il 29 dicembre, in occasione dell’apertura dell’Anno giubilare in Diocesi. E oggi, 24 aprile, sono passati tre mesi esatti dalla sua morte. Il dolore per la perdita di una figlia resta sempre. Però in questi tre mesi abbiamo ricevuto tantissime testimonianze di affetto e di vicinanza, e siamo stati sostenuti dalla fede. Sara era speciale. Aveva una fede genuina e tanta passione per la vita“. Lorenzo Piffer ha richiamato la Croce del Giubileo creata dagli studenti del Centro di formazione professionale Enaip di Tesero. “Una croce aperta, che ha delle ferite. Anche noi abbiamo avuto delle ferite, ma siamo riusciti a trasformarle in feritoie, facendo emergere ciò che di buono può far uscire una simile tragedia. Non è facile, ma vediamo che questo seme che è morto porta frutto. Sara è con voi. Chiamatela ogni tanto. Vi risponderà“.

I genitori di Lorenzo Piffer nella foto di Gianni Zotta

Sabato 26 aprile, nella chiesa di Palù di Giovo, verrà celebrata una Messa per ricordare i tre mesi dalla scomparsa di Sara. Sarà animata dal coro di giovani che si è ricostituito dopo la sua scomparsa. “Ricorderemo papa Francesco, visto che quel giorno saranno celebrati anche i funerali. E pregheremo per don Mauro, che è il parroco che ha battezzato e sepolto Sara”, spiega Lorenzo Piffer.

Il ricordo di Sara Piffer prima della partenza per il Giubileo degli adolescenti nella foto di Gianni Zotta

Anche l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi partirà con i giovani pellegrini. “La capacità di stare con gli altri rende contenti. Alla partenza del nostro pellegrinaggio, il viandante di Emmaus, Gesù, ci dice ama, incontra e servi. E sarai felice“, ha detto ai ragazzi.

Il fermento tra i giovani – accompagnati da 250 animatori e una quindicina tra preti e religiosi – è tanto. “Mi sono iscritta perché volevo vedere il Papa”, spiega Federica, 13 anni, di Lavis, allargando le braccia. “E poi volevo vedere Roma con le sue chiese e fare un bel viaggio con le mie amiche”. Anche Gaia, 13 anni, avrebbe voluto vedere il Papa. “È stato molto umile, ha sempre aiutato le persone in difficoltà. E ha fatto tanto anche per noi giovani“, dicono. Emma, 13 anni, concorda: “Anche io parto per visitare Roma, fare una nuova esperienza e divertirmi incontrando tante persone nuove”. Per Eleonora, della parrocchia di Trento Nord, 16 anni, quella del pellegrinaggio giubilare è “un’esperienza da fare”.

La benedizione di don Lauro Tisi prima della partenza. Foto Gianni Zotta

Anche Noemi, 14 anni, di Ala, ritiene che sia “una bella esperienza, che puoi fare poche volte”. “Dobbiamo approfittare di questi momenti”, le fa eco Elena, 14 anni. Anche a loro mancherà il Papa. “Mi ha impressionato che sia uscito nel giorno di Pasqua, nonostante le sue condizioni di salute. Fino all’ultimo è stato vicino a tutti“, sostiene Noemi, 14 anni. “È stato un Papa importante – dicono -, che ha provato a cambiare e ringiovanire la Chiesa. E che ha dialogato anche con le altre religioni e con altri Paesi del mondo”.

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