“E ti chiameranno strega” di Katia Tenti vince il Premio Itas del Libro di Montagna 2025

“E ti chiameranno strega” di Katia Tenti, edito da Neri Pozza, ha vinto la 51esima edizione del Premio Itas del Libro di Montagna. La cerimonia di premiazione, condotta da Raffaele Fusaro, ha visto la partecipazione del giornalista Mario Calabresi. L’evento si è svolto al Teatro Sociale di Trento, nella cornice del Trento Film Festival. 

Il volume è ambientato nel castello di Fiè allo Sciliar, dove nel Cinquecento 30 donne innocenti hanno perso la vita sul rogo. Le streghe dello Sciliar sono state incarcerate nelle minuscole celle dei sotterranei del castello, sono state chiamate amanti del demonio e torturate. “Erano donne colte e molto intelligenti, invidiate perché avevano qualcosa che l’uomo non possedeva: quella che veniva definita magia e che in realtà era conoscenza”, ha spiegato Tenti, che è docente di romanzo storico alla scuola Holden di Torino. Tenti ha ricordato che “qualcuno che finisce al rogo ancora oggi c’è purtroppo. Non dimentichiamo quello che accade alle donne in Afghanistan“. E se “la pira che brucia il corpo non c’è più – ha aggiunto la vincitrice del Premio Itas – ancora oggi assistiamo a processi dove ci sono donne che sono parte lesa – pensiamo ai processi per stupro – ed eppure devono difendersi”.

Sono stati premiati anche la Collana Percorsi di Terre di Mezzo e “Zortèa” (La Grafica) di Diego Leoni, che parla della comunità di testimoni di Geova trentini in Primiero dal 1919 al 1945, e che ha vinto la “menzione speciale Trentino”.

Per la categoria “Ricerca e ambiente” è stato premiato “Flora endemica nel Nord Italia” (Athesia): ha ritirato il premio Alessio Bertolli, che ha coordinato il lavoro per la Fondazione Museo Civico di Rovereto. Per la sezione “Guide e mappe” ha vinto “Salite d’Italia” (Ediciclo editore) di Gabriele Brunetti e Alberto Ferraris, che contiene anche percorsi trentini come quello del monte Bondone, del Manghen e del Menador. E poi per “Libri per ragazzi” è stato premiato “Nevario” (Nomos) di Sarah Zambello e Susy Zanella e per “Alpinismo e sport di montagna” ha ricevuto un riconoscimento “Canoe in Patagonia” (Nutrimenti mare) di Valentina Scaglia.

Il presidente della giuria, Enrico Brizzi, ha ricordato che “nel 1971, alla prima edizione del Premio ITAS, la montagna era per pochi iniziati, per chi ci andava già. Oggi rischiamo di scontrarci con il paradosso che la montagna sia per troppi, perché vediamo mille immagini di posti sovraffollati. Questa giuria cerca di non affidarsi ai trend del momento, ma di leggere tutti i libri che arrivano: siamo sui 120 all’anno”.

Nel corso della serata è stato ricordato anche papa Francesco. Ha aperto la premiazione al Teatro Sociale la lettura di alcuni stralci dell’Enciclica Laudato Si’. “Francesco – ha ricordato Brizzi – era un grande estimatore di sport e di vita all’aria aperta. In un’intervista diceva che andare in montagna è fatica, ma proprio per questo è bello farlo insieme, perché insieme la fatica si trasforma in meraviglia, ed è bello farlo senza scorciatoie”.

vitaTrentina

Got Something To Say?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

vitaTrentina