“Don Mauro, grazie per quanto mi hai dato. Grazie e fa’ che anche io come te impari a mettere ordine e a mettere al primo posto il servizio, l’amore e il dono”. Sono le parole con cui l’arcivescovo di Trento, don Lauro Tisi, ha salutato don Mauro Leonardelli, il parroco trentino di 54 anni venuto a mancare nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 aprile. Il Duomo di Trento è gremito per la celebrazione. Don Mauro era stato nominato responsabile dell’Area testimonianza e impegno sociale della Diocesi di Trento a fine 2023. Prima era stato parroco delle parrocchie di Trento Nord, e prima ancora aveva prestato servizio in Val di Cembra e in Val di Non, lui che era nato a Coredo.
Don Mauro, ha ricordato monsignor Tisi, se ne è andato “nella notte, in punta di piedi, com’era nel suo stile, poche ore prima dell’ultimo saluto a papa Francesco”. E anche nella malattia ha offerto “una lezione di vita”. “A chi lo incontrava ripeteva di non provare rabbia né nei confronti di Dio né nei confronti della vita”, ha raccontato don Lauro. “Diceva di sentire dentro di sé le parole di Simeone: ‘Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua Parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza’. ‘Di questa Parola – aggiungeva – mi fido, a questa Parola mi affido. La serenità che mi abita non viene da me, è un dono”.

Di don Mauro è stato ricordato anche il servizio “instancabile, concreto e silenzioso”, “soprattutto verso chi nella vita è ai margini e affaticato”. “Così – ha detto don Lauro – ha amato la vita: diventando servizio per tanti affaticati” e ascoltando le parole di San Francesco, perché, ha aggiunto Tisi, “hai annunciato Dio con la vita più che con le parole. È stata la cifra di tutta la tua esistenza”. Ne sono un esempio servizi che rimarranno, come quello dell’emporio solidale di Trento Nord e delle Mense della Provvidenza di Trento – che ha riaperto in via Giusti dopo il trasloco dai Cappuccini – e di Rovereto. Ma anche l’impegno – riconosciuto anche dagli attivisti dello Sportello Casa per Tutti del Centro Sociale Bruno – verso le fragilità ed i bisogni abitativi sempre più pressanti in Trentino.
Don Lauro ha ricordato che “la serenità nell’andare incontro al Padre non impediva a don Mauro di bagnare con le lacrime la terra che stava lasciando. Mentre andava sereno incontro al Padre sentiva tutta la nostalgia per la vita e la nostalgia per chi lasciava. Davvero sei stato un pellegrino di speranza. Hai amato Dio, ma hai amato profondamente anche la vita”.
La malattia, “improvvisa e durissima, non ha piegato il suo cuore. Ne ha rivelato la profondità. Mi confidava che sentiva che quello che conta nella vita erano i volti e le persone. Quando andavo a trovarlo mi chiedeva sempre come stavo o come stava qualcun altro. Grazie, don Mauro, perché nella malattia ci hai rivelato ciò che conta davvero per vivere. Lo dico sottovoce, ma grazie don Mauro anche per quello che mi hai rivelato negli ultimi colloqui. ‘Don Lauro, ciò che sto vivendo ha messo ordine nella vita’. E l’ordine per lui erano l’amore. Ha commosso sia la mamma sia me nelle ultime settimane dicendo che era contentissimo di essere prete, e che questa malattia la offriva perché il Signore donasse nuove vocazioni alla nostra Chiesa. ‘Sono contento di essere prete’. Questo è il lascito per noi sacerdoti. Facciamo diventare il sacerdozio balsamo per tanti affaticati nella vita”.
Don Lauro ha infine rivolto un pensiero commosso alla mamma Maria, al fratello Guido e alle sorelle Ida, Ivana, Lidia e Anna – “Vi affido alle sue preghiere” e ringraziato il dottor Carlo Segatta e il dottor Franco Benedetti, che hanno seguito don Mauro nelle ultime settimane.
Lo hanno ricordato anche i suoi parrocchiani. “Chi semina amore rimane per sempre. E tu, don Mauro, rimani con noi. Ora ti salutiamo con il cuore pieno di gratitudine”, ha detto Silvana (Giovo). “Sappiamo quanto apprezzassi il dono della sintesi per questo ti faremmo un torto a parlare troppo: i tuoi commenti al Vangelo molto brevi ma sempre ricchi di spunti di riflessione sono stati l’emblema della tua pastorale e lo strumento per aiutarci nella sua attuazione”, hanno ricordato i parrocchiani di Trento Nord. “Poche parole piene di senso e molti fatti a cominciare da una grande attenzione per gli altri, soprattutto per i più fragili, che diventa carità nel senso più profondo”.